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Come scrivere libri per bambini

Scrivere libri per bambini

è un mestiere serio, molto serio. Se pensate che bastino poche righe, una favoletta e un po’ di abbellimenti, allora siete totalmente fuori strada. I bambini sono un pubblico esigente e nel momento in cui decidiamo di rivolgerci a loro la nostra responsabilità raddoppia. Ora dovrei scrivere un diplomatico «secondo me», invece ne sono talmente certa da ribadire un: è così e basta.

Se volete cimentarvi nella letteratura per bambini, lasciando da parte i problemi dell’editoria, che affronterete in un secondo momento, il primo aspetto da valutare è la vostra storia. Perché, immagino, che abbiate già almeno una storia da proporre.

Quella storia, che vi sta tanto a cuore, che vi piace e volete provare a proporre agli editori, ebbene quella, lasciatela decantare. Nel mentre vivete.

Praticamente, come scrivere libri per bambini?

Andate a leggere tanti, tantissimi, libri dedicati all’infanzia, fatevi una cultura su ciò che piace ai bambini e ciò che piace, invece, ai genitori. Sfogliate, guardate, leggete. E non ho finito. Andate alle fiere di settore, curiosate tra gli stand, fate domande, disturbate il più possibile.

E ancora: parlate con i bambini, cercate di capire cosa amano fare, quali sono le loro paure e le loro gioie, speranze e momenti di crescita.

Fatto?

Bene, mentre vivete questa nuova avventura, ricordatevi anche di vivere la vostra vita, magari con un po’ di curiosità in più: iscrivetevi a corsi, non importa quali, ma fatelo. Giardinaggio, haiku, programmazione, inglese. Conoscete persone e visitati musei e mostre.

Tra un’esperienza e l’altra potete riprendere la vostra prima storia, provate a riscriverla a pensarla per un pubblico o per nessuno, a disegnarla o semplicemente a cantarla.

Poi scrivetene un’altra e un’altra ancora.

In conclusione

Ci saranno momenti di sconforto, momenti di crisi. Fanno parte del gioco. Ma come dice sempre mia figlia: «Non ti preoccupare, mamma, tutto passa».

Il fatto è che scrivere è un mestiere insidioso. Non è affatto facile. Oltre al saper scrivere bene, la capacità di narrare e creare storie non scontata.

PS: e la morale?

Prima di augurarvi buona fortuna vorrei però analizzare una certezza che a mio avviso certa non è: i libri per bambini devono avere una morale. Lo leggerete, ve lo diranno, probabilmente in molti se lo aspettano. Però vi invito a riflettere su questo punto: perché mai devono?

Alcuni libri hanno una morale, certo, ma altri capolavori dell’infanzia non intendono minimamente fare la morale a nessuno. Anzi. A volte insegnano, altre sognano, altre ancora sono semplicemente belli.

Non sempre la morale è necessaria, la storia è vostra, vostra la scelta.

Foto | Pixabay

Anna Fogarolo

Anna Fogarolo è consulente per le attività di Ufficio Stampa, Content & Community Manager, Web Relation e Digital PR specialist. In passato ha svolto l'attività di fotogiornalista per le maggiori testate italiane e ha scritto contenuti per alcuni noti portali e network. Con le Edizioni Erickson ha pubblicato «Do you speak Facebook? Guida per genitori e insegnanti al linguaggio dei social network» e «Il web è nostro. Guida per ragazzi svegli», testo presentato alla seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi.

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