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Lo zoablatore. L’invenzione che cambiò la storia, di Sergio Olivotti

Ci sono storie che fanno semplicemente ridere i bambini, e storie con nomi talmente strambi da riuscire a farli ridere ancora di più. È il caso de Lo zoablatore. L’invenzione che cambiò la storia di Sergio Olivotti.

Una storia che fa ridere perché assurda, ma fa ancora più ridere perché ci presenta tale inventore Articiocco (prova a ripetere questa parola ad alta voce e velocemente e vedrai che ti torna il buon umore), nato nella valle del fiume Sbaragnapscialaus, e qui un boato di risate. Non ci credi? Forza ripetilo, ancora e ancora…

Lo zoablatore

Sergio Olivotti, Lo zoablatore. L’invenzione che cambiò la storia, Lavieri edizioni
Sergio Olivotti, Lo zoablatore. L’invenzione che cambiò la storia, Lavieri edizioni

Comunque torniamo a noi. Tale Articiocco si dedicava alla maculazione delle giraffe, attività nota a tutti tranne a me – ma mi sono fatta un’idea a tal proposito quando decide di girare il mondo e infine tornare in Italia nel 1815.

Torna arricchito di informazioni e di conoscenze linguistiche….

Ma, cos’è lo zoablatore? Perché folle sì, ma questa storia è assolutamente concreta, mica racconta di fate e simili! No, no, qui siamo nella lucidità geniale dei geniali inventori: uno zoablatore è un dispositivo atto a tradurre bidirezionalmente da una lingua umana a una animale e viceversa.
Avete capito bene? Una rivoluzione!

L’invenzione che cambiò la storia

Anche se non mancano riferimenti storici antichi, miti e storie, che ci fanno pensare all’esistenza di rudimentali zoablatori, ma affinché lo zoablatore potesse funzionare c’era bisogno di qualcosa che nessuna scienza avrebbe mai potuto infondere: la voglia di comunicare.

L’idea geniale che portò Articiocco a perfezionare il primo zoablatore funzionante, denominato Zoab 1, fu quella di captare tale voglia di comunicare e lo fece grazie al suo geniale esperimento: in una stanza opportunamente attrezzata, l’inventore chiuse le persone e gli animali più estroversi che conoscesse. Registrò dunque le conversazioni con un magnetotransfuturofono (anch’esso di sua invenzione). I primi soggetti destinati a rivoluzionare il mondo della comunicazione furono: 1. La nonna Ada; 2. Il gatto Tony; 3. La zia Marta (detta “Ciattella” perché spiattellava sempre tutto ai quattro venti); 4. Il merlo Carlo.

Le illustrazioni sono incredibili e la storia procede, avvolge il lettore, lo fa sentire geniale a sua volta.

A cosa pensano gli animali di casa?

Non vi siete mai chiesti cosa sta pensando il cane o il vostro gatto? Sappiate che i gatti parlano di 3 cose: di caccia, d’amore e di confini. Mentre i cani parlano di razze, cibo e cacche (non fatevi ingannare: le razze di cui parlano i cani non sono come quelle identificate dagli uomini che parlano di cani).

Insomma uno spasso. Non vi resta che leggere, divertirvi e scoprire di cosa parlano gli altri animali…. Ad esempio: di cosa parla un pesce rosso?

Un libro talmente assurdo e fuori dalle righe da risultare semplicemente geniale.

Perché ai bambini piacciono le storie assurde, anzi tendenzialmente se non lo sono amano cambiarle per adattarle alla situazione. Un esempio? In questi giorni i pargoli di casa giocano al colonna virus: una sorta di cattivo, cattivissimo e peloso, battuto abilmente da Spiderman, gli acchiappa fantasmi e Batman. In un sol colpo.

Review Overview

Storia
Leggibilità
Illustrazioni
Prezzo

Geniale!

Non solo un libro ma uno spasso assoluto, consigliatissimo anche agli adulti che non hanno smesso di sognare.

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Anna Fogarolo

Anna Fogarolo è consulente per le attività di Ufficio Stampa, Content & Community Manager, Web Relation e Digital PR specialist. In passato ha svolto l'attività di fotogiornalista per le maggiori testate italiane e ha scritto contenuti per alcuni noti portali e network. Con le Edizioni Erickson ha pubblicato «Do you speak Facebook? Guida per genitori e insegnanti al linguaggio dei social network» e «Il web è nostro. Guida per ragazzi svegli», testo presentato alla seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi.

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