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Lewis Carroll, chi è l’autore di Alice nel Paese delle Meraviglie

Se per caso il nome Charles Lutwidge Dodgson non vi dicesse niente, provate a pensare al romanzo Alice nel paese delle meraviglie, conosciuto in tutto il mondo! Il nome impresso sulla copertina è quello di Lewis Carroll, lo pseudonimo di Dogson, grande matematico, autore dall’intelligenza fuori dal comune, eccezionale fotografo.

Biografia di Lewis Carroll

Nato a Daresbury il 27 gennaio 1832 da una famiglia appartenente alla media borghesia, Lewis Carroll fu molto precoce nelle sue letture, tanto che a soli sette anni aveva già letto testi davvero impegnativi. Tuttavia in quanto a vita sociale si può dire che la rifuggiva a causa di una importante balbuzie che gli causava disagio. Ciò però non limitò i suoi successi scolastici. In particolar modo si dimostrò un allievo incredibilmente dotato in matematica, tanto che in seguito la insegnò egli stesso per molti anni, sebbene non giudicando tale attività interessante.

Nel 1856 cominciò a dedicarsi a una forma d’arte appena nata, la fotografia, amando immortalare l’infanzia. Rappresentava per lui la bellezza, la perfezione, la purezza. La maggior parte dei suoi lavori avevano come soggetti delle bambine, che voleva mostrare non tanto come signorine per bene quanto come libere creature dei boschi.

Era un uomo che non avrebbe voluto passare inosservato, che desiderava lasciare il segno, e… ci riuscì!

Le principali opere di Lewis Carroll

Quando cominciò a scrivere, pubblicò poesie e racconti tra il 1854 e il 1856, e fu proprio nel 1856 che si firmò per la prima volta con lo pseudonimo di Lewis Carroll (era una poesia dal titolo Solitude). Ma passarono sei anni prima che la sua fantasia desse vita al suo Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, e altri tre prima che fosse pubblicato, dopo tante revisioni e modifiche al titolo.

Fu un grande successo che tuttavia non cambiò le abitudini della sua vita. Continuò a insegnare e a scrivere, e di lui ricordiamo anche Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò” (1872), La caccia allo Snark (1876), Silvye e Bruno” (due volumi pubblicati tra il 1889 e il 1893), nonché testi a noi meno noti legati alla sua passione per la matematica e la logica, pubblicati però con il suo vero nome.

Alice nel Paese delle Meraviglie

Nel 1856, giunse alla scuola in cui aveva studiato e insegnava Lewis Carroll, un nuovo rettore. L’autore divenne un amico di famiglia, e passava molto tempo con le tre figlie: Ina, Alice, Edith. Con loro si dilettava in picnic e gite in barca e – nel 1862 – per rendere una di questa gite ancor più divertente, raccontò una storia inventata lì per lì. Una delle bambine, Alice, lo convinse a metterla su carta ed è così che nacque il primo manoscritto dell’opera conosciuta in tutto il mondo!

La trama è complessa, ma possiamo riassumerla così: la piccola Alice, sognando di inseguire un coniglio bianco, scopre un fantastico mondo sotterraneo pieno di personaggi bizzarri, in cui accade di tutto – perfino un giallo – e si scopre che la magia esiste eccome, che ogni cosa è possibile e nulla mai è assurdo. Giochi di parole, strani proverbi, figure retoriche e improbabili associazioni, poemetti e canzoni, nonché giochi matematici, hanno resto difficile ma anche affascinante tradurre questo incredibile libro che ha vissuto ogni possibile adattamento: musica, cinema, videogiochi, addirittura una traduzione in dialetto napoletano!

Alcune poesie di Carroll

Lewis Carroll, come abbiamo detto, pubblicò diverse poesie, inizialmente in riviste a tiratura nazionale. Si trattava di testi satirici o comunque ironici. Ma fu con Solitude, che decise di giocare un po’ con il suo nome, creando lo pseudonimo con il quale tutti noi lo conosciamo.

Amava la poesia, ma non si riteneva soddisfatto di ciò che via via pubblicava, immaginando che il meglio della sua scrittura dovesse ancora venire. In realtà, nel suo Alice nel paese delle meraviglie, di poesia ve n’è tanta, così come nel sequel. Lo stesso prologo del primo, è un testo poetico e dà il via al viaggio fantastico di Alice. Di seguito, troviamo ancora dei versi, ed è facile pensare che si tratti di un gioco, di uno stile deciso a tavolino per divertire e conferire un poco di leggerezza a chi legge. In realtà, sono proprio i versi a creare i giusti collegamenti tra i vari passaggi, ad amalgamare la storia, a fornire elementi che ne facilitino la comprensione.

Simboli, figure retoriche, una veste grafica grazie alla quale il verso può assumere i connotati del personaggio che lo declama, giocare con le parole scomponendo e ricomponendo. È così che la critica ha compreso di quanto Lewis stesse anticipando il futurismo, senza neppure avvedersene.

5 belle frasi di Lewis Carroll

Un vero lettore è colui che viene catturato da frasi il cui senso resta intatto anche quando estrapolate dall’intero contesto: il libro dal quale sono state “rubate”. Vi regaliamo quindi 5 belle frasi di Lewis Carroll che ci hanno colpito…

  1. Alice: “Per quanto tempo è per sempre?”. Bianconiglio: “A volte, solo un secondo”
  2. Qui devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte, devi correre almeno il doppio!
  3. Se non c’è nessun senso – disse il re – ci risparmiamo un mondo di fastidi, perché non abbiamo nessun bisogno di trovarcene uno.
  4. Di solito Alice si dava degli ottimi consigli, però poi li seguiva raramente.
  5. Ribatté la Regina. “Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz’ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione.”

Foto | WikiCommons

Susanna Trossero

Susanna Trossero è nata a Cagliari e vive a Roma. Ha fatto della scrittura la sua principale occupazione. Ha pubblicato poesie, raccolte di racconti, romanzi, e sta lavorando ad altri progetti. È un’appassionata di racconti brevi.

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