Maddalena Vaglio Tanet e i miti sbagliati come il cavolo di Troia

Qui in casa ho dovuto, per forza maggiore, imporre una regola che fa storcere parecchio il naso ai pargoli: quando arrivano libri da recensire devono aspettare qualche giorno prima di appropriarsene. Mi devono dare il tempo di leggere e scriverne, e solo a questo punto possono prendere il libro e leggerlo dove gli pare (a meno che non lo leggiamo assieme, ma oramai sono entrambi autonomi e gran lettori, quindi succede raramente).
Una regola fastidiosa, ma necessaria. Nel momento in cui loro si appropriano di un libro questo sparisce. Il perché è semplice: leggono ovunque, sul divano, in camera, in bagno… e appoggiano più o meno dove capita ogni cosa, libri compresi. Quindi, per evitarmi una caccia al tesoro snervante sono dovuta correre ai ripari. Per il mio bene, ovviamente, perché loro ancora storcono il naso.
Il cavolo di Troia e altri miti sbagliati

Vi ho raccontato questo aneddoto familiare perché Il cavolo di Troia e altri miti sbagliati, di Maddalena Vaglio Tanet (illustrazioni di Aurora Cacciapuoti, Rizzoli, candidato al Premio Strega ragazzi e ragazze, categoria 8+), è riuscito a sfidare ogni forza mammesca, quindi le mie regole, e a sparire per ben tre volte di fila. E per tre volte è ritornato, o meglio l’ho ritrovato in luoghi improbabili, con scuse e dispiaceri vari.
A dire il vero il fatto mi fa ancora sorridere. Solitamente è il piccolo a prendere i libri che gli interessano, soprattutto se l’attesa diventa troppo lunga per venire rispettata (sono una lettrice vorace ma quando arrivano una ventina di libri in pochi giorni vado in difficoltà, lo ammetto). Ma in questo caso a rompere le regole è stata la grande. Evidentemente attratta da un libro che l’ha fatta sorridere fin dal titolo.
Titolo, che devo sottolineare, non contiene alcun errore: Il cavolo di Troia è davvero un cavolo. Con estrema ironia e una profonda conoscenza dei temi narrati, Maddalena Vaglio Tanet ci dona un libro diverso, capace di attirare l’attenzione dei giovani lettori (tanto da far sparire il libro, appunto), e ci ricorda che le storie, e i miti, sono di tutti. E ancora che se sbagliando si impara, a volte sbagliare permette di inventare storie nuove, altrettanto belle e appassionanti.
Così nel mito di Troia, tra Elena e Paride invece del cavallo troviamo un mucchio di cavoli soporiferi. Il resto della storia è identica ma narrata con uno stile assolutamente moderno che personalmente ho apprezzato tantissimo, perché ideale per i ragazzi e le ragazze che a volte considerano i miti troppo antichi, o da vecchi, e rischiano così di perdere meraviglie indescrivibili.
Penelope e l’attesa di Ulisse
La storia di Perseo strappa molti sorrisi e pur mantenendo uno sfondo di drammaticità riesce davvero a conquistare (a chiacchiere). E Penelope potrebbe stupire molte giovani lettrici perché se è vero che aspettò Ulisse, sul quanto potremmo non essere tutti d’accordo.
Sapete quanto ci impiegò Ulisse, l’intelligente Ulisse, a tornare alla sua Itaca dopo la fine della guerra di Troia? Dieci anni. Dieci anni di guerra più dieci anni di viaggi fa venti. Questo vuol dire che sua moglie Penelope rimase sola per un tempo lunghissimo. Quando Ulisse partì, Penelope era una ragazza irresoluta e il loro figlio Telemaco un bebè che faceva le bolle con la saliva. Penelope aveva messo in conto qualche anno in solitudine, non certo un ventennio. È passata alla storia come la moglie fedele per eccellenza, che se ne inventa di tutti i colori per tenere a bada i suoi pretendenti scrocconi, i Proci, e questo è senza dubbio vero. Ma c’è altro, della regina di Itaca, che vale la pena raccontare.
Penelope era nata a Sparta come Elena. Erano cugine. Già da bambina Penelope aveva capito che Elena la bella, la bionda, non avrebbe portato altro che guai. Non si può andare in giro impunemente con quegli occhi turchesi e quella pelle di biscotto. Penelope, magra e svelta, scura di capelli, era ben contenta di vivere all’ombra del sole accecante di Elena.
Raggiunta l’età da marito, Elena si era sposata con Menelao. A Penelope invece era toccato il re di una piccola isola chiamata Itaca, bassino a dire il vero, ma forte e scaltro: Ulisse.
Il cavolo di Troia è un libro veramente spassoso
Ironico, tagliente, scorrevole, Il cavolo di Troia si è rivelato un autentico spasso, piacevole da leggere ma non solo: ha il raro dono di attirare la curiosità dei bambini. Bambini che dopo aver letto il libro tutto d’un fiato, e riso tra le pagine, vi verranno a chiedere la versione vera della storia, così da poter ricominciare a sognare, inventare, creare…
Le storie più belle sono quelle che ci permettono di crearne altre, e Maddalena Vaglio Tanet è riuscita nell’impresa.
Premio Strega ragazzi e ragazze 2021
Su Libri e bambini presentiamo i testi in gara per il Premio Strega ragazzi e ragazze 2021.
Miglior libro d’esordio
- Annet Schaap, Lucilla (La Nuova Frontiera)
Categoria 6+
- Alex Cousseau, Murdo. Il libro dei sogni impossibili (L’Ippocampo)
- Elisa Mazzoli, 50 storie per stare insieme alle storie (Pulce)
- Emanuela Da Ros, Penka la mucca clandestina (Feltrinelli)
- Giuseppe Ferrario, Thoni e i suoi cugini – Un’estate fuor d’acqua (HarperCollins)
- Guido Quarzo, Il bambino, la volpe e il buio (Edizioni San Paolo)
- Laura Imai Messina, Goro Goro (Adriano Salani Editore)
- Rose Lagercrantz, Il mio cuore ride e saltella (Il Castoro)
Categoria 8+
- Alice Keller, Caro signor F. (Camelozampa)
- Håkon Øvreås, Aaron X (Giunti Editore)
- Juris Zvirgzdiņš, Rinoceronte alla riscossa (Sinnos)
Categoria 11+
- Annet Schaap, Lucilla (La Nuova Frontiera)
- Davide Morosinotto, La più grande (Rizzoli)
- Fatima Sharafeddine, Faten (Gallucci)
- Jakob Wegelius, La scimmia dell’assassino (Iperborea)
- Sharon Draper, Divisa in due (Feltrinelli)
Review Overview
Storia
Illustrazioni
Leggibilità
Prezzo
Un vero spasso
Un libro diverso, capace di far appassionare ai miti qualsiasi bambino a suon di cavoli e Meduse chiacchierone, risate garantite.