Che cos’è un bambino?, di Beatrice Alemagna

Che cos’è un bambino? è un libro per bambini? Sono sincera, ma dopo l’acclamazione universale – che, è innegabile, c’è e c’è stata – la prima domanda che mi sono posta è proprio questa. La seconda: ma a un bambino interessa sapere cos’è un bambino? Probabilmente sono personali “pippe” mentali, eppure se vogliamo analizzare i libri per bambini capita di porci anche domande così assurde.
Che cos’è un bambino? albo del 2008, firmato da Beatrice Alemagna e pubblicato da Topipittori, ha entusiasmato il pubblico, da un lato, e animato le critiche dall’altro. Fin qui, nulla di male, anzi: mi piacciono i libri che fanno pensare, discutere e sono capaci di accedere critiche costruttive. Ci confrontiamo, e credo sia indispensabile.
Personalmente ho risolto alla base, lasciando da parte le mie perplessità, ho regalato il libro a mia figlia. Senza dirle nulla, senza dare giudizi, senza soffermarmi sulle “pippe” degli adulti. Mia figlia è abituata a ricevere libri – molti albi, ieri, prima di imparare a leggere, molti romanzi oggi, dato che le prime letture la appassionano (ama però mostri, mummie, zombie e pirati, è doveroso sottolinearlo).

Le ho chiesto se le piaceva e mi ha risposto candidamente: «No». Ora, una mamma normale avrebbe archiviato il fatto, ma ovviamente io ho voluto sapere perché no, e che diamine. E così ho scoperto che i disegni non le sono piaciuti. E la storia? Quale storia?
Che cos’è un bambino?
I bambini hanno fretta di diventare grandi. Alcuni bambini crescono, sembrano felici e pensano: “Che bello essere grandi, essere liberi, fare tutto da soli!” Altri bambini, diventati adulti, pensano esattamente il contrario “Che fatica essere grandi, essere liberi, decidere tutto da soli.”
Ma chi sono i bambini diventati adulti?
I bambini desiderano cose strane: vere le scarpe che brillano, mangiare zucchero filato a colazione, ascoltare la stessa storia tutte le sere.
Le mie scarpe luccicose sono bellissime, non strane. E non mangio zucchero filato a colazione!
Ai bambini si sa, non piace andare a scuola. Ai bambini piace annusare l’erba chiudendo gli occhi, correre dietro ai piccioni gridando, ascoltare la voce lontana delle conchiglie, arricciare il naso davanti allo specchio.
A me piace andare a scuola e io ho paura dei piccioni!
Ovvio, ogni bambino è diverso ed è proprio per questo che ad alcuni piace questo albo e ad altri no. Credo sia normale. Ma a un bambino interessa davvero sapere cos’è un bambino? O semplicemente lo sono e basta? O, forse, siamo noi adulti che amiamo ricordare la nostra infanzia, amiamo vederli crescere, ci incantiamo di fronte alle loro sfide e conquiste? L’impressione, da lettrice, è che quest’albo sia un meraviglioso spunto di riflessione per gli adulti, ma non conquista i bambini. Serve a noi, noi che tendiamo a dimenticare, a sottovalutare le emozioni dei bambini, a non considerare le loro sfide quotidiane. Siamo noi adulti che abbiamo bisogno di leggere queste pagine, loro, i bambini, sanno benissimo chi sono, e custodiscono gelosamente il segreto.
Review Overview
Storia
Leggibilità
Illustrazioni
Prezzo
Forse più adatto agli adulti?
Un albo di nicchia che è riuscito a conquistare il cuore degli adulti. Non mi convince il voler spiegare a un bambino cos’è un bambino. Per loro è ovvio, forse siamo noi grandi che dobbiamo ricordarlo.