«Dov’è Orso?», di Jonathan Bentley
Stuzzicare la curiosità dei più piccoli e stupirli non è affatto un’impresa semplice, spesso gli stimoli che li accompagnano sono talmente tanti da lasciarci soli con la nostra idea mentre loro sono già passati ad altro di molto più interessante; per questo motivo, a mio avviso, i libri per bambini che funzionano sono quelli più semplici e diretti, senza troppe morali o giri di parole: dritti al punto senza perdersi per strada.
Dov’è Orso? di Jonathan Bentley (Mondadori) rientra in quel che si può definire un albo semplice e di sicuro effetto: abbiamo un bambino, di circa 2/3 anni, carino, simpatico: come tutti i bambini. E già questo essere come tutti i bambini merita una parentesi, la famosa empatia, il riconoscersi nel protagonista, spesso la si ottiene proponendo personaggi uguali a chi legge, supereroi e cavalieri a parte.
Dov’è Orso?
Il bambino di questa storia cerca con grandissimo impegno un orso… già proprio un orso: chi non ha un orso in casa?
Il lettore però vede sempre pezzi di orso spuntare nelle illustrazioni, e si chiede come sia possibile che il bambino non riesca a vedere un orso così immenso!
Così Orso non è sotto le coperte del letto, ma una zampa appare fuori campo…
Orso non è nel cassetto e nemmeno sulla mensola: ma bambino non ti accorgi che enormi zampe ti stanno aiutando a tenere la scaletta?
Cerca, cerca, ma dove sarà Orso? Ma come?!?! Non lo vedi dietro la porta?
In bagno? No, eppure dallo specchio vediamo una zampona. Al piano di sotto? No!
Sul tavolo? Sotto al divano? No!!! Ma eccole lì le orecchie dell’orso! Bambino eccolo lì Orso?
In macchina? No!
Nelle ultime tavole un orso compare per davvero, ma non sembra che il bambino stia cercando quell’orso. Un altro Orso?
Avete visto Orso?
E qui, la tavola si sdoppia, il bambino sconvolto chiede ai lettori: Avete visto Orso?
Ma è dietro di te!
E alla fine… orso è un orsacchiotto di peluche! Finalmente bambino lo trova sotto al tappeto.
Lo raccoglie e lo consegna all’altro orso, quello enorme che scopriamo si chiama Ugo.
Ora felici Ugo e bambino possono andare a dormire con Orso, il peluche.
Perché ci piace
Banale? Assicuro di no! Il piccolo lettore si diverte un mondo ad aiutare il bambino a cercare Orso, e quando alla fine scopre che si tratta di un peluche ride a crepapelle.
Il disguido appare evidente, dare per scontata una verità quando la realtà è ben diversa accade spesso anche a noi adulti: ci soffermiamo sulle apparenze e non analizziamo l’insieme. Ebbene, da oggi anche grazie a Ugo abbiamo meno scuse! Anche i nostri figli potrebbero non perdonarci tali mancanze di giudizio.
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Leggibilità
Storia
Illustrazioni
Prezzo
Avventuroso
Aiutare il protagonista a trovare Orso è davvero un'avventura incredibile, per tutta la famiglia.