Ambra, le delicate favole di Rosalia Zabelli
Ambra, ultimo exploit letterario di Rosalia Zabelli, raccoglie tredici racconti; tutti preziosamente illustrati dalla felice mano di Giovanna Zanimacchia (uno dei grandi nomi dell’illustrazione per l’infanzia).
Racconti dove il C’era una volta sembra farci rivivere l’incanto vicino e lontano della tradizione, della favola letta e ascoltata col cuore spesso in gola e un luccichio quasi febbrile negli occhi.
Ambra
Un universo, quello di Ambra, popolato di malinconiche principesse, di giovani principi divorati da un male profondo, da una nostalgia sconsolata, da una mancanza che ci appare (nella sua intima urgenza) insopprimibile. Tutto insomma affonda le proprie radici nel cuore mosso e misterioso dell’uomo. In quel mare sotterraneo e trascolorante che dalla notte dei tempi lo abita, nutrendolo segretamente. In profondità.
Favole dove la realtà umana col suo inestinguibile carico di dolore e di desiderio, di luce e di ombre, fa sentire il suo artiglio appuntito, ma nelle fiabe della Zabelli lo fa ogni volta (e questo a nostro avviso fa certamente la differenza) con estrema sensibilità, quasi a volo di farfalla. Una filastrocca di suoni e colori che infonde ottimismo anche nel bel mezzo di un cupo struggimento. Di un dilemma di difficile soluzione. Del resto (e questo ci piace e ci commuove quasi fino allo smarrimento) l’approdo alla propria esclusiva «terra promessa» illumina spesso e volentieri l’ultima pagina.
Ambra restituisce, come ogni favola dovrebbe fare, speranza a grandi e piccini, offrendo loro conforto, al pari di un lungo raggio di sole che impavidamente, sfidando luna e civette, grida e scricchiolii notturni, indugi e s’attardi con il solo scopo di sussurrare parole buone al nostro piccolo orecchio in ascolto.