Gli Inadottabili, i geniali personaggi di Hannah Tooke
I bambini grandi sono difficili da far adottare. Purtroppo questa frase viene ripetuta spesso, anche oggi nel 2020. I bambini grandi hanno un passato doloroso che non possono e non vogliono dimenticare: i rifiuti, gli allontanamenti, quella sensazione di non andare mai bene in nessun luogo.
Queste poche righe introducono il romanzo per ragazzi Gli Inadottabili di Hannah Tooke, una storia ricca di colpi di scienza ma anche densa di emozioni. Perché essere inadottabili è una condizione davvero difficile da accettare, oggi come nel 1892…
Gli Inadottabili
Il romanzo è ambientato nella Amsterdam di fine ‘800, in un orfanotrofio che davvero ha poco di invidiabile. Un luogo dove i bambini vengono abbandonati, costruito su regole e finzione. A quell’epoca di bambini abbandonati, purtroppo, ce n’erano davvero molti, vuoi per povertà (una bocca in più da sfamare non era affatto semplice) o per un imprevisto. Una donna sola con un figlio era considerato uno scandalo! Sta di fatto che l’orfanotrofio gestito dalla signora Gassbeek, una strega ben descritta e insopportabile, era stracolmo di bambini.
Di questi, cinque attirano da subito la nostra attenzione: Milou, Dita, Oval, Finny e Sem. Cinque bambini abbandonati sulla soglia dell’orfanotrofio senza rispettare le regole della signora Gassbeek, e per questo subito etichettati come ulteriormente indesiderati. Bambini che crescendo si sono rivelati un po’ strani, anche se io preferisco definirli geniali. Artisti, inventori, sognatori, questi bambini non hanno nulla da invidiare al mondo, tranne una famiglia. Forse è proprio il loro essere così diversi, o forse il destino, sta di fatto che questi bambini non vengono mai adottati… e si ritrovano a crescere nel grigio orfanotrofio per molto più tempo degli altri “ospiti”.
Un giorno, un signore davvero sinistro si presenta alla porta dell’orfanotrofio per annunciare che con sua estrema bontà ha deciso di prenderli con sé, tutti e cinque. Ma, in poco tempo i nostri scoprono il suo vero piano e scappano.
Ma dove potranno mai andare cinque orfani senza casa, senza soldi e senza futuro?
Mai sottovalutare l’ingegno dei bambini, i loro sogni e le loro speranze, perché basta un indizio nascosto, un foglietto, mezza frase per scatenare la loro fantasia e il desiderio di farcela, di vivere, possibilmente lontani dall’orfanotrofio.
Milou, la protagonista, e la casa abbandonata
Protagonista della storia è Milou, una bambina definita selvaggia, estremamente intelligente, coraggiosa e convinta che la sua famiglia non l’ha semplicemente abbandonata perché non la voleva più, ma che, a causa di un contrattempo, non sono più riusciti ad andare a riprenderla. Come spiegare altrimenti gli indizi che i suoi genitori hanno inserito nella culla dove l’hanno abbandonata? Come spiegare i segni, il pupazzo, la frase…? Se non la volevano più, perché lei ha ritrovato la casa dove abitavano?
La casa è abbandonata, ma dato che chi ci abitava ha, evidentemente, avuto un altro, contrattempo se prepariamo una “Fiera degli incubi” con pupazzi a figura intera, congegni meccanici, tubi acustici e luci elettriche, e lo pubblicizziamo in tutta Amsterdam, loro capiranno e sicuramente verranno a riprendere Milou, giusto?
Ma, cinque bambini da soli in una casa abbandonata? Attireranno di sicuro l’attenzione!
No, se i cinque costruiscono un finto papà che saluta gli abitanti del luogo dalla finestra. E no se raccontano che è tornato con ben cinque figli e ha deciso di riaprire il teatro…
Geniali, vero?
La famiglia, quella vera
Una storia davvero coinvolgente, ricca di avvenimenti, capace di far riflettere sull’importanza della famiglia, anche se a volte sbagliamo a definire famiglia chi non è presente e per nostra fortuna può venire abilmente sostituita da chi ci ama davvero.
Review Overview
Storia
Illustrazioni
Leggibilità
Prezzo
Geniale
Una lettura appassionante, dalla parte dei bambini geniali, quelli che non si abbattono mai ma sanno trovare sempre e comunque una soluzione, nonostante le evidenti mancanze degli adulti.