La famosa esplosione alla fabbrica della nebbia
Il relativismo linguistico e l’intraducibilità di alcune parole mi affascinano molto. Il linguaggio riflette la nostra vita, il nostro tempo, il luogo dove viviamo. E così come gli Inuit sembrano avere più di 20 parole per definire la neve, nel dialetto milanese esistono più termini per indicare la nebbia.
Perché, per chi abita la pianura padana, ci sono delle certezze: la nebbia in inverno, l’afa e le zanzare in estate.
La famosa esplosione alla fabbrica della nebbia
Ma come si forma la nebbia? Nell’albo illustrato La famosa esplosione alla fabbrica della nebbia di Angelo Mozzillo e Andrea Antinori (edizioni Clichy) si racconta di un fabbrica segretissima che assomiglia a un deposito di mezzi pubblici che produce nebbia per non deludere i turisti che, in certe città, come Milano, Londra, Chicago e Singapore, la nebbia la devono trovare per forza.
Ma in un lontano mattino di febbraio, la caldaia della fabbrica scoppiò e la città vicina fu invasa dalla nebbia.
Talmente fitta che i giornalisti, che facevano a gare per diffondere per primi la notizia, non riuscivano nemmeno a vedere quello che scrivevano.
Così densa da causare molti incidenti (ma i vigili non sapevano chi aveva ragione e chi aveva torto perché non si vedeva niente) costringendo il sindaco a ordinare di muoversi solo a piedi.
Si vedeva così poco che qualcuno sbagliava casa e non trovava più la sua famiglia. La gente smise di truccarsi, pettinarsi, indossare vestiti abbinati. Avvennero fatti incresciosi ma ci furono anche degli effetti positivi: per esempio i timidi trovarono il coraggio di uscire e dire quello che volevano.
Dopo un paio di settimane il guasto venne riparato, la nebbia si diradò. Per le strade si trovarono persone con le mutande sopra ai pantaloni, manifesti pubblicitari appesi al rovescio, cani a cui era stata messa una cravatta al posto del guinzaglio, e libri gialli in cui era stato per sbaglio stampato in prima pagina il nome dell’assassino.
Ma poco a poco si tornò alla normalità. L’esplosione alla fabbrica della nebbia rimase solo un lontano ricordo nei modi di dire dei più anziani.
Nel mondo delle possibilità
Un albo coloratissimo e divertente, che guida il lettore nel fantastico mondo delle possibilità, in un crescendo di ipotesi e congetture, esplorando con l’immaginazione i vantaggi e le criticità di un mondo dove non si vede e non si è visti, nel tentativo di trovare il giusto equilibrio tra essere e apparire.
Le illustrazioni vivaci e divertenti unite alle immagini vintage in bianco e nero creno un collage esilarante, che stuzzica la fantasia dei lettori di tutte le età.
Angelo Mozzillo, autore dell’albo Io sono foglia, Premio Andersen 2021, e l’illustratore Andrea Antinori, vincitore dell’edizione 2023 del Premio Internazionale d’Illustrazione Bologna Children’s Book Fair – Fundación Sm ci regalano un albo illustrato di grande spessore.