Anna Vivarelli racconta storie di naufraghi e naufragi
Naufragare solitamente si riferisce a una nave o imbarcazione che affonda per grave avaria, per collisione, per incendio, per la violenza della tempesta, o per altre ragioni. Ma significa anche fallire. Nel nostro immaginario la parola richiama subito il mare, la sua forza. Naufraghi e naufragi di Anna Vivarelli con illustrazioni a colori di Amedeo Macaluso (Sinnos edizioni), propone storie di naufraghi e naufragi. Oltre al mare racconta anche il cielo, il ghiaccio: in particolare l’autrice narra il coraggio dell’uomo nell’affrontare imprese senza speranza.
Naufraghi e naufragi
Le storie che hanno catturato l’attenzione di Anna Vivarelli sono vere, portano leggende ma anche testimonianze, immagini fotografiche, racconti e suoni nel vento. Sono storie che viaggiano negli abissi fino al centro della Terra. Finalmente qualcuno ha deciso di raccoglierle per farle conoscere anche al pubblico di giovani lettori e lettrici.
Cercando di narrare solo i fatti salienti, con un pizzico di suspence che male non fa, l’autrice riporta in maniera quasi giornalistica e precisa storie di naufraghi e naufragi. Richiama ogni dettaglio, vita, intreccio dei sopravvissuti. Tanto che, ammetto senza imbarazzo, sono andata a cercare le foto di Frank Hurley, fotografo e cineoperatore parte dell’equipaggio dell’Endurance naufragata in Antartide.
La spedizione Endurance
L’impresa dell’Endurance è davvero notevole. Si tratta della prima spedizione trans-antartica imperiale, ma nel 1915 la nave dell’esploratore polare Ernest Shackleton naufragò al largo delle coste dell’Antartide: l’equipaggio si accampò sui ghiacci per mesi. Il coraggio di Shackleton e la sua determinazione per salvare i suoi uomini, la fatica e la paura… ogni dettaglio emerge dalle pagine di questo libro.
Esattamente per ogni storia proposta.
Per via del vento il ghiaccio si muoveva formando ammassi, e scricchiolava con assordanti boati (Shackleton li descriverà come “ruggiti di onde profonde e lontane, come se un gigante stesse tossendo sotto i nostri piedi”) per poi spalancarsi improvvisamente, e occorreva spostarsi velocemente trascinando con sé le slitte, le derrate, il carburante, le tre barche e tutto ciò che era stato recuperato dall’ Endurance, cani e gatto compresi.
La carne di foca divenne il piatto forte dei loro pasti, il grasso di foca l’unico combustibile.
Per fortuna non correvano il rischio di infettarsi con virus e batteri, perché in quei luoghi non ce ne sono. Ma il bianco del pack, assoluto e purissimo, a lungo andare acceca.
Dai cieli al mare, dai tentativi di salvataggio alla fierezza di essere tra i primi, dalle balene ai romanzi: in queste pagine l’avventura è la vera protagonista, eppure il rischio e la paura la accompagnano con la consapevolezza che quei viaggi erano davvero scoperte e tragiche realtà.
Luoghi oggi conosciuti ritornano per raccontare le loro verità. Le loro storie. Storie che dobbiamo leggere per conoscere il mondo.
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Una raccolta di storie di Naufraghi e naufragi per appassionare gli esploratori di oggi