Jēkabs e i cani di Riga: l’avventura di un’estate tra mappe, leggende e randagi
I libri sono una finestra sul mondo. Permettono di conoscere paesi e costumi lontani, leggende e riti, ma anche di capire e ricordare che i bambini rimangono tali in ogni luogo della Terra.
I testi di Emons contribuiscono a far viaggiare la fantasia, a portare pezzi di mondo tra le tue mani, per conoscere ed esplorare insospettabili angoli di mondo, e, contemporaneamente, ci ricordano che in ogni paese i bambini giocano, imparano, crescono. Alcuni con meno fortuna, altri più liberi. Ma la loro fantasia è sempre semplicemente sublime.
Jēkabs e i cani di Riga di Luīze Pastore (illustrazioni di Reinis Pētersons, traduzione di Rita Tura e Margherita Carbonaro) è una di quelle storie che ti entrano nel cuore.
Jēkabs e i cani di Riga
Siamo in Lettonia, a Riga, capitale immensa e popolata. Gli abitanti della città conoscono molto bene una leggenda in particolare (una delle tante, esattamente come in Italia):
Come tutti i Paesi, anche la Lettonia ha molte leggende, una delle quali riguarda Riga. Secondo il mito, non si dovrà mai completare la costruzione delle città, altrimenti questa sprofonderà nel fiume Daugava che la attraversa, e sarà necessario ricostruire tutti i palazzi daccapo.
Ogni cento anni uno spirito dell’acqua emerge dalla Daugava e chiede alla prima persona che incontra se la città è pronta. Se la risposta è sì, Riga e tutti i suoi abitanti verranno sommersi dal fiume. Ma poiché questa legenda è ben nota a chiunque viva nella capitale, la risposta è sempre “Riga non è ancora pronta”, e così finora la città è rimasta al suo posto.
Quindi, prendete la leggenda di Riga e un bambino con una fervida immaginazione abituato a stare sempre solo mentre il papà lavora. Un bambino che ama fare mappe e che non sa dove si trova il cuore. Jēkabs è il suo nome. Un giorno il bimbo sussurra che Riga è pronta e poi assiste a un violento temporale e si convince che è colpa sua.
Il suo papà preso dallo sconforto tra le bugie imposte – un bambino non può stare sempre solo a casa! – e l’incredibile fantasia che oramai abita con loro nel piccolo appartamento, prende così una decisione che a suo parere potrà risolvere la situazione ma secondo Jēkabs è semplicemente la punizione per aver sostenuto che Riga è pronta.
I cani del quartiere
Senza troppi complimenti il papà porta Jēkabs dall’altra parte della città, a Maskačka, dallo zio Falco e dalla cugina Mimmi, due personaggi capaci di dare ulteriore spinta alla già incredibile fantasia del figlio. Tanto che Jēkabs inizia a parlare con i cani del quartiere. Non solo; decide di salvarli e coinvolge anche la scettica Mimmi in una avventura fantastica!
Gli adulti si strinsero la mano, il papà di Jēkabs tossì nervosamente, poi gli disse: “Comportarti bene, non farmi vergognare”.
E se ne andò.
I pensieri di Jēkabs si fecero sempre più inquieti, finché il silenzio cominciò a trapanargli le orecchie, il tempo rallentò e il minimo movimento richiedeva un enorme sforzo.
Da qualche parte in sottofondo era in corso una discussione, e ad animarla era naturalmente Mimmi. Insisteva che Babbo Natale non poteva esistere perché lei non l’aveva mai visto.
Falco ribatteva che non poteva saperlo visto che non era mai stata al Polo nord a controllare di persona.
Mimmi disse di credere in altre cose che non aveva controllato personalmente, per esempio che la Terra è rotonda. Questo almeno era un fatto logico, a differenza di Babbo Natale.
Il libro presenta tante mappe disegnate direttamente da Jēkabs, amicizie, ma anche cattivi cattivissimi e tanti cani, propone business plan e piani originali. Uno spasso.
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I nostri voti
Storia
Illustrazioni
Leggibilità
Prezzo
Consigliato
Un viaggio verso terre lontane per scoprire la fantasia e un branco di cani davvero speciale.