Nicolas Flamel: chi è e cosa ha scritto
La maggior parte di noi conosce Nicolas Flamel per via di Harry Potter e la Pietra Filosofale e a causa dei romanzi di Michael Scott della serie I segreti di Nicholas Flamel, l’Immortale. Però Nicolas Flamel è stato un personaggio storico, realmente esistito.
Chi era Nicolas Flamel
Nicolas Flamel è stato un libraio, scrivano e alchimista francese, nato a Pontoise nel 1330 e morto a Parigi nel 1418. A dire il vero l’associazione fra Nicolas Flamel e il suo ruolo da alchimista saltò fuori solo dopo la sua morte. Una serie di opere alchemiche pubblicate nel XVII secolo e a lui attribuite lo legarono alla leggenda della pietra filosofale, solo che queste opere adesso vengono considerate apocrife. Tali testi sono Le livre des figures hiéroglyphiques del 1612 ed Exposition of the Hieroglyphical Figures del 1624. Fra le opere che vengono attribuite a Nicolas Flamel abbiamo: Le Livre des figures hiéroglyphiques (1612), Le sommaire philosophique (1561), Le Livre des laveures e Le Bréviaire de Flamel.
Nicolas Flamel visse nella Parigi del XIV-XV secolo: come scrivano aveva due negozi. Si sposò con la vedova Perenelle, più grande di lui, ma dotata di un ricco patrimonio. Perenelle morì nel 1397. Insieme i due avevano numerose ricchezze e proprietà e facevano spesso donazioni alla Chiesa. Una delle tante case di Nicolas Flamel è ancora in piedi: la si trova al 51 di Rue de Montmorency a Parigi, è la casa in pietra più antica della città. Sempre a Parigi trovate poi due strade dedicate a lui e alla moglie, Rue Nicolas Flamel e Rue Perenelle, vicino al Museo del Louvre. Al Museo Nazionale del Medioevo nell’Hotel de Cluny di Parigi si trova poi la pietra tombale di Nicolas Flamel, da lui stesso progettata nel 1410.
Sempre in quel periodo Flamel aiutò anche a restaurare il Cimitero degli Innocenti di Parigi. Nel 1416 fece testamento: in esso si nota una persona agiata, ma non ricchissima come venne poi dipinto successivamente. Inoltre anche il fatto che abbia praticato l’alchimia, la medicina e la farmacia è dubbio, le uniche testimonianze si hanno per l’appunto nei testi apocrifi. Nicolas Flamel venne sepolto nel 1418 al Museo di Cluny, alla fine della navata della Chiesa di Saint-Jacques-de-la-Boucherie.
L’alchimia
Parlando della fama di Nicolas Flamel come alchimista, nelle opere apocrife l’editore cita i tentativi di Flamel di scoprire i segreti di un misterioso libro di ventuno pagine da lui comprato dopo che un angelo in sogno gli aveva detto di acquistarlo. Sempre secondo queste opere apocrife, nel 1378 Flamel sarebbe andato in Spagna per cercare un aiuto e al ritorno avrebbe incontrato un sapiente che gli avrebbe detto che il libro era una copia del grimorio La magia sacra di Abramelin il Mago.
Negli anni successivi Flamel e Perenelle grazie a testi cabalistici sarebbero riusciti a tradurlo e a produrre la pietra filosofale capace di trasformare i metalli comuni in oro e di realizzare l’Elisir di lunga vita. Tuttavia già nel 1761 Etienne Villain aveva smontato questa teoria: secondo lui l’autore della leggenda era lo stesso editore delle opere apocrife, P. Arnauld de la Chevalerie celato dietro lo pseudonimo di Eiranaeus Orandus. Solo che ormai la leggenda di Nicolas Flamel aveva colpito diversi ambiti e anche altri personaggi noti cominciarono a citarlo. Per esempio Isaac Newton cita i dragoni di Flamel nei suoi scritti, Victor Hugo ne parla in Notre-Dame de Paris e anche Albert Pike lo cita in Morals and Dogma of the Scotish Rite of Freemasonry.
La presenza nella saga di Harry Potter e non solo
Nell’immaginario collettivo attuale, invece, Nicolas Flamel è un personaggio citato in Harry Potter e la Pietra Filosofale di J. K. Rowling, così come è il protagonista della particolare serie di Michael Scott I segreti di Nicholas Flamel, l’Immortale. Inoltre se ne parla in alcune missioni secondarie nel videogioco Assassin’s Creed Unity, mentre nella DC Comics è un immortale antenato di Zatara e Zatanna.
Foto | Di Albert Poisson (Bibliothèque Chacornac, París.) [Public domain], attraverso Wikimedia Commons