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Intervista a Cinzia Milite, scrittrice che vorrebbe essere tutti i personaggi femminili delle fiabe

Cinzia Milite è un vulcano di creatività: libri per bambini, romanzi per adulti, poesie. E, come si dice in questi casi, chi più ne ha più ne metta.

Abbiamo conosciuto Cinzia durante Una ghirlanda di libri – Fiera dell’Editoria Indipendente di Cinisello Balsamo e del Nord Milano e siamo rimasti affascinati dal suo modo di porgersi e dalle sue capacità di raccontare. Intervistarla è stato quindi il passo successivo per farla conoscere a tutte le amiche e gli amici di Libri e bambini.

Intervista a Cinzia Milite

Se tu fossi il personaggio di una favola, che personaggio saresti? E perché
Sarei tutti i personaggi femminili presenti nelle fiabe: la principessa, la fata madrina, la matrigna, la strega cattiva. Perché il genere fiabesco è un genere letterario interessante che descrive un universo in miniatura, nel quale il lettore può riconoscervi degli elementi della propria vita, massime di saggezza ed i personaggi, che fanno parte di questo universo, simboleggiano diversi aspetti dell’animo umano. Ma dovendo fare una scelta, direi l’audace e indipendente principessa Fanta-Ghirò.

Come è nata la passione per la scrittura per ragazzi?
Dal desiderio di intrattenere mio figlio con storie che trasmettessero i valori in cui credo.

Tu non scrivi solo per bambini e ragazzi, ma anche romanzi per adulti e poesie: il processo creativo è più o meno lo stesso, suppongo, ma quali sono le caratteristiche di una buona scrittura per bambini secondo te?
Scrivere per bambini comporta delle responsabilità. Per i bambini le parole lette non sono semplici suoni, bensì mondi da scoprire. I caratteri impressi sulle pagine di un libro sono osservati da sguardi esploratori avidi di immaginazione. La lettura, oltre al rafforzamento della dimensione cognitiva e del linguaggio, regala al bambino la capacità di ripercorrere le sue emozioni profonde, incrementando la consapevolezza del sé e del mondo. La letteratura per ragazzi, a mio avviso, deve essere in grado di offrire il nutrimento necessario alle giovani menti in crescita, aiutandoli a soddisfare il loro immaginario, per recuperare le emozioni che ciascuna narrazione porta in sé. Affinché la narrazione di una storia sia efficace in tal senso, chi scrive deve mettere se stesso all’interno del libro, non seguire schemi studiati a tavolino, piuttosto, recuperare il bambino o la bambina che è stata.

Da dove prendi ispirazione per le tue storie?
Dalla realtà che mi circonda, dai ricordi, dagli stati d’animo.

Nel tuo romanzo Diego Cortes e il giorno fuori dal tempo sottolinei l’importanza del rapporto nipoti/nonni: quale consiglio potresti dare alle famiglie e ai nonni che ci leggono?
Il contributo educativo dei nonni costituisce un valore aggiunto importante, questo è bene a dirsi. Poiché credo che i bambini, nonostante la giovane età, abbiano la capacità di cogliere spunti e comprendere realtà sorprendenti, sostengo siano pronti per una grande varietà di libri e di temi. Pertanto, i genitori e soprattutto i nonni (preziosi portatori di valori) con i quali in genere i bambini hanno un rapporto speciale, potrebbero proporre storie per stimolare il dialogo, la riflessione, la conversazione guidata sulle emozioni, sulla vita in generale e trasformare la relazione nonno-nipote in un’occasione di crescita reciproca.

In questo romanzo affronti temi importanti come l’amicizia e l’amore per la Terra: secondo te, i ragazzi oggi sono ecologisti?
Di certo lo sono molto di più delle generazioni precedenti; la scuola, molte pubblicazioni e i media sensibilizzano i giovani sull’argomento, sulle buone pratiche e sui nuovi stili di vita ecosostenibili. Il compito degli adulti e delle istituzioni è dare il buon esempio.

Quali ricerche hai fatto per scrivere Diego Cortes e il giorno fuori dal tempo?
Il libro è stato concepito nel 2012, anno in cui, secondo le profezie del popolo Maya, doveva accadere la fine del mondo. Spinta dalla curiosità di capire come la credenza di un popolo, vissuto per più di duemila anni e scomparso circa millecinquecento anni fa, fosse giunta fino ai giorni nostri, ho approfondito l’argomento ed ho scoperto che i Maya in realtà non profetizzavano la fine del mondo, bensì la fine di un ciclo temporale, la fine di un’Era. I Maya in realtà sostenevano che l’anno 2012 sarebbe stato la porta d’accesso all’Era dell’oro; in pratica, da un ciclo di buio delle coscienze si sarebbe passati ad un ciclo di luce delle coscienze. Le ricerche sui Maya mi hanno portato a conoscere usi e costumi dell’antico popolo e sono state indispensabili per la stesura del racconto.

In conclusione ci consigli tre libri fondamentali che ogni bambina e ogni bambino dovrebbero leggere?
Difficile scegliere tra i molti titoli imperdibili, comunque consiglierei Calvino: Il Barone Rampante (e gli altri romanzi della trilogia araldica: Il visconte dimezzato, Il cavaliere inesistente), Viaggio al centro della Terra (Verne), Alice nel Paese delle Meraviglie (Carroll).

E se volete saperne di più di Cinzia Milite e delle sue pubblicazioni vi rimandiamo al suo sito.

Roberto Russo

Roberto Russo è nato a Roma e vive a Perugia. Dottore in letteratura cristiana antica greca e latina, è appassionato del profeta Elia. Segue due motti: «Nulla che sia umano mi è estraneo» (Terenzio) e «Ogni volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo» (Tommaso da Kempis). In questa tensione si dilania la sua vita. Tra le altre cose, collabora con alcune testate online e tanto tempo fa ha pubblicato un racconto con Mondadori.

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