L’emporio della paura: Chiara Cacco racconta l’impellente voglia di fuggire da casa
Tutti l’abbiamo pensato. Alcuni di noi ci hanno anche provato, o meglio hanno iniziato ad attuare il piano: scappare di casa. Suvvia, ammettetelo! La valigia sotto al letto, il fagotto con le cose più importanti (non utili, badate bene) il desiderio di fuga… Desiderio che poi inspiegabilmente ogni sera al calar del buio evaporava.
Ma perché volevamo scappare di casa? Forse a scatenare la fuga era un momento di rabbia dopo una forte delusione, genitori stanchi che danno poche attenzioni, la nascita di un fratello o una sorella che scombussola le routine, un trasloco inaspettato… quindi, cosa si fa? Si scappa!
Per fortuna molti bambini e bambine progettano il piano di fuga, ma in pochi, pochissimi, lo portano a compimento!
Evidentemente lo ricorda bene anche Chiara Cacco autrice de L’emporio della paura (Pelledoca editore) un romanzo davvero originale, impeccabile dal punto di vista narrativo e capace di destare incubi e momenti d’orrore ma senza esagerare: rispetta il suo pubblico pur facendo venire la pelle d’oca!
L’emporio della paura
Agnese è una bambina abbastanza normale. Come normalità vuole, sta attraversando un periodo un po’ scombussolato: un fratellino piccolo che piange più o meno sempre, la mamma stanca, un fidanzato della mamma non molto presente… un concentrato di situazioni poco piacevoli che farebbero vacillare anche un adulto serissimo. Così Agnese decide di scappare di casa.
Ma mentre si allontana dalla sua via, e mentre riflette sul fatto che quella notte ha infranto tutte le regole che le hanno insegnato, si alza la nebbia e compare uno strano negozio… Si chiama L’emporio della paura, e già il nome non promette benissimo.
Pur non desiderandolo, Agnese si ritrova a varcare la soglia di questo strano negozio colmo di oggetti, ricordi e emozioni. Un signore dall’aria strana la accoglie e, dopo essersi informato del perché una bambina si trovi lì nel suo negozio a quell’ora della notte, domanda:
Però, cara, fammi capire. Se non ti picchiano, se ti danno da mangiare e se non sei costretta a lavorare di notte, allora, perché sei scappata?
Spiega ad Agnese come funzionano gli oggetti esposti
“Nel mio emporio se vuoi qualcosa, qualsiasi cosa, basterà che tu sia disposta ad ascoltare la sua storia”.
“Quindi, ad esempio, se io volessi quel criceto”. Agnese indicò l’animale con un dito. “Dovrei solo ascoltare un racconto che parla di lui?”
Storie che mettono paura
No Agnese, non si tratta solo di volere il criceto ma di scegliere un oggetto presente nell’emporio, ascoltare storie abbastanza inquietanti, capire cosa possono provocare gli oggetti in questione e accettare le conseguenze…
Da una gamba di legno del prozio Giacomo decisamente terrorizzante, a un carillon ancora più incredibile fino a teatrino delle ombre paurosissimo, Agnese decide di non prendere nulla… e di tornare a casa. Sotto alle coperte.
L’originalità de L’emporio della paura
Ho apprezzato particolarmente questo romanzo perché riesce a narrare storie dell’orrore, a scatenare quindi emozioni forti, ansie e aspettative, senza disturbare eccessivamente i giovani lettori. Le emozioni che suscita sono tali da riuscire a immaginare le situazioni descritte e provare le stesse sensazioni della protagonista senza subire eccessivamente la parte ansiosa dell’orrore narrato.
Un’ottima lettura per iniziare ad apprezzare generi diversi, storie e avventure. Anche le illustrazioni di Benedetta Baraldi riescono a dare un pizzico di mistero e di paura notevole.
I nostri voti
Storia
Illustrazioni
Leggibilità
Prezzo
Consigliato
Un romanzo originale, capace di catturare l’attenzione dei giovani lettori e di trasportarli verso il racconto dell’orrore senza eccessive paure