Troppo cavaliere: la storia di un eroe gentile e distratto
Ci sono storie di principi e principesse. Altre di draghi e coraggiosi guerrieri. O ancora, di sirene e polpi (si esiste, ora non ricordo il titolo ma sono sicura che una storia sui polpi esiste). E c’è la storia di Alberto, un guerriero – nel senso che andava in guerra – con la sua armatura e tanto, tantissimo coraggio.
Troppo cavaliere
Alberto non ha paura. Ha solo un improbabile difetto, anche se definirlo difetto mi pare un tantino esagerato… Alberto è gentile, cortese ed educato. Talmente gentile, cortese ed educato che durante ogni battaglia si sofferma a chiedere come sta la famiglia di quel soldato e come la mamma di quell’altro. E chiedendo e rispondendo alla fine si distrae e ne prende tante, ma tante… da far battere i cuori e anche i piedi del RE!
Infatti capitava proprio in quei momenti che i nemici, vedendo il cavaliere impegnato a chiacchierare amabilmente qua e là senza attaccare nessuno, cogliessero l’occasione per colpirlo e colpirlo ancora.
Si fermavano solo quando il povero Alberto rimaneva a terra, stordito.
Unica consolazione di Alberto – che da ogni battaglia torna solo, battuto e senza bottini da sfoggiare – è la bella Elena, il fabbro del paese (avete capito benissimo, di fabbre ce ne sono poche ma una è proprio in questa storia). Ed è proprio Elena dai denti splendenti a rimettere in sesto, giorno dopo giorno, l’armatura del povero Alberto.
A nulla serve la lavata di capo del Re: Alberto è troppo gentile per cambiare a piacimento di sovrano.
Ma la bella Elena preoccupata per la sorte del suo amato cavaliere (che la ama a sua volta in segreto) si rivolge alla maga, e la maga le dona un grillo…
Una storia classica ma profondamente moderna
Troppo cavaliere di Alejandra Viacava (traduzione di Albeiro Gaona Ortiz, Sinnos editrice), è una favola classica, se ci fermiamo ad ammirare superficialmente ambientazione e personaggi principali, ma decisamente moderna nella trama e nell’evolversi della storia. Il cavaliere educato e troppo gentile, rarissimo esemplare, viene salvato dalla bella Elena che è anche il fabbro del paese. Il grillo, poi, non dà consigli e Alberto non ha nessuna intenzione di cambiare. Figuriamoci. Il Re tutto sommato minaccia, ma non taglia teste. Ed Elena, che ha i denti che brillano, è talmente bella da accogliere in braccio il cavaliere Alberto.
A mio avviso con questa storia Alejandra Viacava ci dona un piccolo capolavoro capace di scardinare vecchi stereotipi senza stravolgere tutto, ma semplicemente concedendo sorrisi e nuove interpretazioni. Forse non sarà l’amore a cambiare il mondo, e nemmeno i grilli, o le persone gentili, ma se prendiamo ogni ingrediente e proviamo a modellarlo e a restituirlo a questa arida terra… qualche germoglio crescerà.
Anche grazie a questo libro.
I nostri voti
Storia
Illustrazioni
Leggibilità
Prezzo
Che bella lettura!
Una storia classica rivista in chiave moderna dove i cavalieri sono gentili, le belle fanciulle fanno i fabbri e salvano i loro amati.