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L’Isola della libertà: una storia di dignità e coraggio a Santo Stefano

Non tutte le storie parlano d’amore; alcune raccontano il dolore, altre le passioni. Altre ancora narrano di incredibili avventure. Poche riescono a unire questi attimi e altre suggestioni uniche. Perché è difficile riscontrare realtà che le racchiudano tutte insieme. Due al massimo. Ma tutte… no. Eppure, L’isola della libertà di Milvia Vincenzini (Sinnos editrice) riesce a raccontare dell’amore per la libertà di molti uomini, alcuni innocenti altri meno, a descrivere la prigione, e vi assicuro che parlare di prigione a un pubblico giovane non è facile e il rischio di cadere in visioni molto stereotipate ed eroiche di situazioni che nulla hanno a che fare con la quotidianità di chi deve trascorre il resto dei suoi giorni in pochi metri quadrati, è molto alto.

L’isola della libertà parla di dolore e di passione. Dolore dell’isolamento e passione verso la giustizia e la scienza, ma parla anche di amicizia tra ragazzi e adulti e di fiducia. E non manca l’avventura perché la prigione dove è ambientato il romanzo è situata sull’isola di Santo Stefano. Ma ancora immaginate lo stupore dei giovani lettori quando scopriranno che il romanzo è anche storia, perché la vicenda a cui si ispira è reale, i suoi protagonisti sono davvero esistiti. Ed è anche un giallo perché non manca un mistero da svelare, con tanto di delitto, movente e colpevole.

Un concentrato di storie, da leggere e rileggere. Capire e amare.

L’isola della libertà

Antonio ha quindici anni ed è appena sbarcato sull’isola di Santo Stefano assieme ai suoi fratelli e al padre il nuovo direttore del carcere. Su quest’isola c’è un carcere, e null’altro.

Perché a Santo Stefano ci stanno gli ergastolani, i più pericolosi, i più irriducibili. Quelli condannati a “fine pena mai”.

Il nuovo direttore, il dottor Perucatti, ha idee davvero sconvolgenti: pensa che gli ergastolani abbiano una dignità, che meritino una seconda occasione, che, se stimolati a imparare un mestiere, possano tornare in libertà, da persone civili e per bene.

Siamo negli anni Cinquanta e queste idee folli rimarranno tali per altri settant’anni dato fatichiamo ad accettarle ancora oggi. Oggi che, dati alla mano, sappiamo quanto siano vere. Il dottor Perucatti è talmente rivoluzionario da sconvolgere anche la terra ferma: vuole rivedere alcune condanne. Alcuni processi e conseguenti sentenze non lo convincono affatto. Troppo veloci. Troppo fasciste.

L’isola della libertà ci racconta le storie di alcuni detenuti e di questo direttore, di una coraggiosa avvocatessa e di sua figlia, ma anche le avventure di Antonio, quindicenne affascinato dalla natura e dall’isola.

Così Antonio si lascia alle spalle il cortile a ferro di cavallo su cui si affacciano i loculi delle celle, da cui trasuda una disperazione che si taglia col coltello. Esce dalla casa destinata ai dirigenti, situata appena fuori, senza lanciare nemmeno un occhio verso l’edificio. Ancora non ha conosciuto tutte le guardie, ma ha il sospetto che, per quanto potrà cercare di evitarli, presto o tardi dovrà guardarli in faccia, questi uomini. Dovrà imparare a guardarli negli occhi senza avere aura di quello che ci troverà dentro. L’isola però profuma di fiori, meno male.

Un romanzo storico che sa tenere alto l’interesse dei giovani lettori grazie a diverse avventure intrecciate nella storia del carcere di massima sicurezza di Santo Stefano. Un libro notevole per impegno e capacità di portare la nostra storia in ogni libreria. A portata di tutti.

I nostri voti

Storia
Leggibilità
Illustrazioni
Prezzo

Consigliato

Un romanzo di forte impatto, coinvolgete e completo. Dal carcere alla libertà, dalla giustizia alla dignità dell’uomo: nulla è dato per scontato.

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Anna Fogarolo

Anna Fogarolo è consulente per le attività di Ufficio Stampa, Content & Community Manager, Web Relation e Digital PR specialist. In passato ha svolto l'attività di fotogiornalista per le maggiori testate italiane e ha scritto contenuti per alcuni noti portali e network. Con le Edizioni Erickson ha pubblicato «Do you speak Facebook? Guida per genitori e insegnanti al linguaggio dei social network» e «Il web è nostro. Guida per ragazzi svegli», testo presentato alla seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi.

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