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La guerra di Millie: commovente storia di una ragazzina che combatte contro la tristezza e la paura

La guerra non si dimentica, dicevano i nostri nonni. Eppure, sembra che abbiamo scordato tutta la sua sofferenza, tanto che ne parliamo a tavola come fosse un nuovo colore da dare alla parete. Non proviamo più emozioni, non ci indignano. La accettiamo, basta ci stia adeguatamente lontano e non sfiori minimamente le nostre vite. Quindi fintanto che la guerra la fanno gli altri possiamo tranquillamente vivere la nostra giornata.

Ma quando la guerra diventa mondiale, quando allarga i suoi tentacoli e raggiunge ogni parte del mondo anche chi non combatte in prima linea ne viene travolto. Anche chi è convinto che sia una cosa di altri che non lo riguarda ne viene investito. Scarseggia il cibo, il commercio diventa sempre più difficile, la povertà aumenta, le difficoltà e le paure accompagnano ogni cena.

La guerra di Millie di Karen Cushman (traduzione di Angela Ragusa, Mondadori, finalista Premio Andersen 2024, Categoria Miglior libro oltre i 12 anni), racconta la Seconda guerra mondiale dalle coste della California.

La guerra di Millie

Millie è la figlia maggiore di una famiglia normale. Ha una sorellina malaticcia, un fratellino scatenato, due genitori amorevoli che si fanno in quattro per cercare di regale momenti di serena normalità ai loro figli nonostante il periodo decisamente difficile.

La nonna di Millie è morta all’improvviso lasciando alla ragazzina un vuoto immenso e un taccuino, un diario per non dimenticare…. Ma Millie probabilmente a causa dell’infelicità che la circonda usa il taccuino per disegnare cose morte, è più facile, sostiene, perché così stanno ferme e se le disegna le ricorda sicuramente.

Avevo sperato che in prima media avrei avuto come insegnante quel fustaccio del professor Lester, invece l’ha chiamato lo Zio Sam. E a noi è toccata l’insegnante più vecchia del mondo, la professoressa Gillicuddy, che era andata in pensione ma è tornata a torturarci. Oggi, per l’attualità, ci ha mostrato una pellicola sulla guerra in Europa. Aerei che solcano il cielo come uccelli neri, sirene ululanti, il sibilo delle bombe, e poi bum, bum, bum! Nient’altro che fiamme ed edifici crollati e intere strade divorate dalle fiamme e gente che fugge atterrita e soldati che estraggono corpi dalle macerie e trasportano una barella dopo l’altra. Avevo il cuore in gola e ho dovuto tenere gli occhi chiusi per la maggior parte del tempo.

Tra bulli, una zia esuberante e un tantino fuori di testa che si trasferisce nella sua camera, la paura del polio, la vita di Milli prosegue nonostante la paura della guerra sopra le loro teste. Ogni rumore alimenta il terrore delle bombe, e ogni misero pasto ricorda le difficoltà. Millie continua a voler disegnare cose morte, a leggere di cose morte, a scoprire la morte. Eppure, la vita è sempre lì ad attenderla, a braccia aperte, tanto che a Millie viene il dubbio di aver frainteso la nonna.

“Io voglio sposare un esploratore” disse lei, “e vedere qualcuno di quei posti stranieri dei quali si sente parlare alla radio: Shanghai, Singapore, Giava, Sumatra, Borneo, Hong Kong. Sembrano così esotici e misteriosi. Prima o poi la guerra finirà. E tu? Cosa vuoi essere?”
“Viva.”
“Millie!”
“Dico sul serio. Voglio sopravvivere alla guerra e avere una vita normale proprio qui, nella baia. D’estate avrò una chiatta dove vendere esche ai pescatori e forse riparerò le reti come il Capitano. Sono sicura che mi mostrerà come fare.”

Millie è una protagonista davvero incredibile, nonostante la paura e l’incertezza che il romanzo riesce a trasmettere le sue normali vicende, sogni e desideri conquistano i lettori riuscendo a trasportarli nella storia. Leggendo, sentiamo le onde e ammiriamo i gabbiani, ridiamo assieme a Millie e proviamo la sua angoscia di fronte alle tante paure che deve affrontare. E speriamo, continuiamo a sperare. Perché la vita è speranza. Anche oggi.

I vincitori del Premio Andersen 2024

  • Miglior libro 0/3 anni: Eva Rasano, Merlino dove vai?, Pulce edizioni.
  • Miglior libro 3/6 anni: Matthew Cordell, Agrifoglio, traduzione di Maria Pia Secciani, Edizioni Clichy.
  • Miglior libro 6/9 anni: Edward Van de Vendel e Anoush Elman, Misha. Io, i miei tre fratelli e un coniglio, illustrazioni di Annet Schaap, traduzione di Laura Pignatti, Sinnos.
  • Miglior libro 9/12 anni: Dave Eggers, Lo strambo trasloco della magione Miller, illustrazioni di Júlia Sardà, traduzione di Giulia Rizzo, L’ippocampo Edizioni.
  • Miglior libro oltre i 12 anni: Jenny Jägerfled, Grande, bro!, traduzione di Laura Cangemi, Iperborea.
  • Miglior libro oltre i 15 anni: Jean-Claud van Rijckeghem, Testa di ferro, traduzione di Olga Amagliani, Camelozampa.
  • Miglior libro di divulgazione: Elisa Lauzana e Irene Lazzarin, La camera buisssima, Quinto Quarto.
  • Miglior libro fatto ad arte: Anne Brouillard, Viaggio d’inverno, Orecchio Acerbo.
  • Miglior albo illustrato: Kiyo Tanaka, La cosa nera, traduzione a cura della redazione, Topipittori.
  • Miglior libro senza parole: Issa Watanabe, Kintsugi, Logosedizioni.
  • Miglior libro a fumetti: Ximo Abadía, Khat. Storia di un rifugiato, traduzione di Loredana Serratore, Il gatto verde.
  • Miglior libro mai premiato: Antje Damm, Fammi una domanda!, traduzione di Francesca Pamina Ros, Il Leone Verde.

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I nostri voti

Storia
Leggibilità
Prezzo

Buon romanzo

Un bel romanzo sulla guerra, la guerra vissuta dall’America, meno macabra ma pur sempre difficile e dolorosa

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Anna Fogarolo

Anna Fogarolo è consulente per le attività di Ufficio Stampa, Content & Community Manager, Web Relation e Digital PR specialist. In passato ha svolto l'attività di fotogiornalista per le maggiori testate italiane e ha scritto contenuti per alcuni noti portali e network. Con le Edizioni Erickson ha pubblicato «Do you speak Facebook? Guida per genitori e insegnanti al linguaggio dei social network» e «Il web è nostro. Guida per ragazzi svegli», testo presentato alla seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi.

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