Giochi didattici

Un mémo, di Hervé Tullet

Inauguriamo oggi una speciale sezione del blog dedicata ai giochi didattici, quelli che ti permettono di imparare, ma senza smettere di divertire, che non annoiano, anzi. Iniziamo con un autore molto conosciuto, Hervé Tullet, anche se i più forse se lo ricorderanno come autore di libri. D’altronde la sua immensa fantasia non poteva che portare a un gioco davvero super: Un mémo.

«Un mémo», di Hervé Tullet

Un mémo

Non fatevi ingannare dal nome: Un mémo non è semplicemente un memo inteso come carte uguali da trovare, o per lo meno non è solo questo. Il gioco propone tantissime carte davvero strane, artistiche, disegnate con linee, punti, cerchi, curve e ricurve, incroci, palle colorate: bellissime. Queste carte sono doppie, quindi se proprio la vostra fantasia, causa freddo, è in riserva potete comunque utilizzare questo gioco come un classico memo. Tenendo presente che permette di creare disegni bellissimi.

«Un mémo», di Hervé Tullet

Unendo le carte, i bambini andranno a comporre disegni, ricchi di percorsi artistici, da soli o in coppia, in quattro, in cinque… Questo gioco non pone limiti: la fantasia è libera di volare. Si costruiscono percorsi, anche per le macchinine, astratte realtà, incredibili intrighi. I disegni delle quarantaquattro carte portano la firma inconfondibile di Hervé Tullet ma sono lasciati liberi per ogni esperimento. E attenzione, anche il retro delle carte può venire utilizzato. Ogni spazio è utile per giocare, creare e imparare.

Review Overview

Divertimento
Apprendimento
Prezzo

Bellissimo!

Giocare con l'arte non è affatto facile, ma qui si supera ogni aspettativa.

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Anna Fogarolo

Anna Fogarolo è consulente per le attività di Ufficio Stampa, Content & Community Manager, Web Relation e Digital PR specialist. In passato ha svolto l'attività di fotogiornalista per le maggiori testate italiane e ha scritto contenuti per alcuni noti portali e network. Con le Edizioni Erickson ha pubblicato «Do you speak Facebook? Guida per genitori e insegnanti al linguaggio dei social network» e «Il web è nostro. Guida per ragazzi svegli», testo presentato alla seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi.

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