Libri

Mi chiamo Nako, di Guia Risari

A scuola non si stancano di ripetere che il mondo è uno e che tutti sono uguali.

Quante volte sentiamo parole simili? Quante volte frasi che manifestano questi messaggi vengono interrotte con un MA? Un ma talmente ricco di sottintesi da spaventare anche i più coraggiosi. O almeno io ne ho paura. Perché siamo bravissimi a gongolare attirati da belle parole, per poi virare istintivamente verso quel MA. Un MA che, a mio avviso, il piccolo Nako racconta bene.

Con Mi chiamo Nako, Guia Risari torna a raccontarci storie per permetterci di conoscere e approfondire la nostra realtà, di abbattere pregiudizi e avvicinarci verso mondi nuovi, anche se non dovrebbero essere nuovi perché vivono accanto a noi, per insegnarci che quel sono tutti uguali non sono parole al vento, ma parole vere, a cui spesso smettiamo di credere.

Mi chiamo Nako

Mi chiamo Nako
Mi chiamo Nako

Prima di parlarvi di Nako vi chiedo di provare a chiudere gli occhi e a pensare a quanti pregiudizi, stereotipi, frasi banali avete sentito nel tempo riferiti ai rom. Ora aprite gli occhi e pensate, invece, se avete mai approfondito la loro cultura, cosa sapete di vero che li riguarda, se vi siete mai permessi di rivolgere loro la parola, o un sorriso.

Nako è un bambino, forse a lui darete ascolto, o forse no. In questo caso non sapete cosa vi state perdendo. Con poche semplici parole, infatti, Nako ci racconta chi è, chi sono i suoi genitori e suo nonno, perché ama vivere in una roulotte, una casa con le ruote, una villa che si sposta dove vuole.

Nako ci spiega che non ci sono libri che raccontano la storia dei rom, ma che per fortuna suo nonno ha una grande memoria, e lui ama ascoltarlo. Ci narra dell’importanza dei nomi, nomi che raccontano a loro volta una storia, che spiegano le origini del suo popolo, e che quando nessuno si ricorda un dettaglio… semplicemente si inventa. I rom non hanno un luogo, ma hanno una lingua e una bandiera, hanno un inno, canzoni e storie da tramandare.

Un libro per aprire gli occhi

Mi chiamo Nako è un libro dolcissimo, capace di aprirci gli occhi, di permetterci di imparare e contemporaneamente riflettere. Io non ho trovato molte differenze con altri popoli. Anch’io come i rom ritengo che non è la destinazione che conta ma la strada, anch’io amo i racconti e le storie. Non ho più nonni che possono raccontarmele, ma sono sicura che ancora oggi mi accontenterebbero.

I rom amano la libertà. Tutti noi amiamo la libertà.

Mi chiamo Nako è un libro da leggere e rileggere, sfogliare, approfondire. Dobbiamo essere curiosi per conoscere la vita, per apprezzare ogni angolo del mondo, per vivere felici. È necessario essere curiosi per crescere, anche da adulti.

Review Overview

Storia
Leggibilità
Illustrazioni
Prezzo

Un libro utile

Smettiamo di correre e ascoltiamo Nako, ascoltiamo il suo popolo, per conoscere e capire, e rispettare.

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Anna Fogarolo

Anna Fogarolo è consulente per le attività di Ufficio Stampa, Content & Community Manager, Web Relation e Digital PR specialist. In passato ha svolto l'attività di fotogiornalista per le maggiori testate italiane e ha scritto contenuti per alcuni noti portali e network. Con le Edizioni Erickson ha pubblicato «Do you speak Facebook? Guida per genitori e insegnanti al linguaggio dei social network» e «Il web è nostro. Guida per ragazzi svegli», testo presentato alla seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi.

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