Non sono tua madre, una delicata storia di Marianne Dubuc

Non sono tua madre, scritto e disegnato da Marianne Dubuc e pubblicato da Orecchio Acerbo con traduzione di Paolo Cesari, è una sorprendente storia su come l’amore possa essere un evento imprevedibile.
Non sono tua madre

Lo scoiattolo Otto, infatti, ha una sua vita, molto ben organizzata e sembra esserne soddisfatto. Senonché, un bel mattino, si imbatte in una palla verde spinosa, depositata – o forse capitata – davanti alla sua porta. Dopo un po’, da questa palla sbuca una strana creatura che comincia a chiamarlo mamma.
Otto è uno scoiattolo per bene, ma anche molto geloso della propria intimità, così, dopo aver accolto e nutrito il piccolino, cerca di fargli capire che tra loro non c’è alcun legame. Comincia anche a mettersi a caccia della sua mamma, che probabilmente lo ha smarrito, ma niente. Più lui cerca e recalcitra, più la creatura si affeziona, cresce, ingombra la tana. A otto non resterà che «soccombere» a questo amore (che, tra l’altro, lo salverà persino da un grave pericolo) e al suo intraducibile verso.
I testi di Marianne Dubuc
Marianne Dubuc, illustratrice canadese di valore, ha al suo attivo numerose pubblicazioni e un sito molto bello su cui curiosare. Con Non sono tua madre ci regala una storia che, certo, forse parla di adozione, ma in me ha suscitato sentimenti diversi. Mi è rimasta dentro per qualche giorno, anche se non faccio certo parte del target per cui è pensata. Più riflettevo sulla palla verde spinosa, più mi venivano in mentre gli incontri fatti nella mia vita.
Ecco, Non sono tua madre non è un libro che parla, non solo almeno, del legame tra un adulto e un cucciolo. È un libro che parla dell’imprevedibilità dell’amore, che si presenta alla tua porta quando meno te lo aspetti. L’amore ti invade, cresce a dismisura, ti costringe a cambiare abitudini, a fare spazio all’altro, a prenderti cura di lui e a lasciare che lui si prenda cura di te.
Guardare in prospettiva
Insospettabilmente, questa storia può regalare a piccoli e grandi un’illuminata prospettiva sulle nostre preoccupazioni e ansie e su come queste, di fronte alla diversità, alla grandezza, alla sorpresa dell’altro possano e debbano cedere perché in fondo il legame tra due creature, siano esse genitore e figlio biologico, genitore e figlio adottivo, amici, compagni, sposi, non può che sconvolgere in meglio la nostra vita. Consigliatissimo.
Testo a cura di Mariantonietta Barbara