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Le cartastorie: Anna Fogarolo ci guida nella narrazione delle storie

Raccontami una storia. Tre parole che possono mandare nel panico più assoluto chiunque, non solo i bambini.

Narrare storie non è affatto facile: possiamo avere l’idea, ma perderci mentre cerchiamo di costruire una struttura. Oppure possiamo essere bravissimi a visualizzare i momenti salienti della narrazione, ma non sapere da che parte iniziare. O semplicemente siamo negati e quando ci chiedono “una storia” iniziamo a sudare freddo e vorremmo nasconderci sotto al tavolo.

Questo per noi adulti. Provate a ricordare le storie della vostra infanzia e vi renderete conto che no, non è affatto facile raccontare storie, ma tutti hanno il diritto di farlo.

Perché le storie ci aiutano a mettere in ordine i pensieri, a dialogare con gli altri, a stimolare la fantasia. Le storie sono importantissime, e anche se non lo ammetterete mai: lo sono anche quando diventiamo adulti.

Le cartastorie

Le cartastorie
Anna Fogarolo, Le cartastorie

Le cartastorie. Percorsi di gioco per imparare a raccontare, della nostra collaboratrice Anna Fogarolo (Edizioni Erickson) non è solo un libro, ma un gioco di carte con un libro.

Il gioco aiuta i bambini a creare storie in gruppo, stimolando anche l’ascolto e la produzione scritta e orale, ovviamente divertendo. Storie buffe e assurde si accostano con uno schema inizialmente preciso. Poi quando i bambini diventano super bravi possono anche tralasciare lo schema, inoltre grazie al codice colore presente nelle carte possono autocorreggersi.

Due livelli di difficoltà permettono di coinvolgere tutti e di rendere l’attività adattabile alle diverse situazioni di apprendimento.

Come già accennato, raccontare storie è un’arte, ma un’arte che di sicuro si può insegnare. Faremo indubbiamente i conti con la varietà di attitudini individuali che sempre entra in gioco nell’apprendimento, ma come si può insegnare a tutti a disegnare o dipingere, individuando strategie e tecniche adatte, allo stesso modo si può insegnare a essere autori, e non solo fruitori, di una narrazione che sia efficace e, quel che soprattutto conta, fonte di gratificazione personale e sociale.

Scopri il libro Le cartastorie in cui Anna Fogarolo propone percorsi di gioco per imparare a raccontare in maniera naturale e divertendosi.
Alcune pagine de Le cartastorie di Anna Fogarolo

Come usare il libro

Le storie del gioco sono suddivise in diverse fasi, corrispondenti ad altrettanti tipi di carte. Accostando le carte possiamo creare tantissime storie diverse, sempre rispettando la struttura di base, e coinvolgere tutti i bambini in un processo creativo unico.

Volume e gioco si ispirano al pensiero di Gianni Rodari e fanno della fantasia il vero grande apprendimento.

Le cartastorie sono divise in quattro ambientazioni: il castello, lo spazio, i pirati e la fattoria. In tal modo i protagonisti sono diversi, così come differenti i problemi che dovranno affrontare e risolvere grazie all’ingresso di un altro strambo personaggio, e possono essere semplici (I livello), o più complesse (II livello).

Un esempio tratto dal libro:

Possiamo quindi incontrare un saggio capitano (protagonista) di nome Barba Piatta (nome protagonista) in una barca in mezzo al mare (luogo), che odiava i pesci (caratteristica protagonista) e voleva aprire un’osteria (problema). Questo capitano, decisamente poco socievole dato che vive da solo in mezzo al mare, un giorno pescò un pesce parlante (secondo personaggio) che amava dire parolacce (caratteristica secondo personaggio). Il pirata ebbe un’idea: chiedere al pesce un aiuto per aprire l’osteria! Gli disse: «Se non la smetti ti cucino nella zuppa!» (richiesta di aiuto… più o meno esplicita), così si rimise a studiare la mappa (soluzione), decise di cambiare lavoro (effetti soluzione) e si mise a cercare un nuovo assistente (al posto del pesce parlante)

Il libro Le cartastorie offre interessanti spunti sullo storytelling applicato alla didattica e fornisce esercizi fotocopiabili da distribuire ai bambini: dai verbi, al discorso diretto indiretto agli aggettivi.

E congratulazioni alla nostra Anna Fogarolo, una fucina di creatività che non smette mai di sorprenderci!

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