Nella bocca del lupo: coinvolgente libro di Michael Morpurgo
Quando ero bambina a volte mio nonno si lasciava andare ai ricordi di guerra, catturando tutta la mia attenzione. Non amava raccontare quei giorni, le lunghe, infinite, camminate, la paura e il terrore. Non amava farlo e quando quasi per errore si inseriva in un ricordo, lo ascoltavo rapita, perché la sua storia era la nostra storia, e non ero mai sazia di conoscenza.
Nella bocca del lupo di Michael Morpurgo (illustrazioni di Barroux, traduzione di Bérénice Capatti, Rizzoli, vincitore del Premio Andersen 2020 nella categoria Miglior libro oltre i 12 anni), è un concentrato di ricordi. La Seconda guerra mondiale avvolge nitida il lettore che si ritrova a vedere e vivere situazioni drammatiche, ma raccontate con estrema lucidità, orgoglio e dolcezza.
Nella bocca del lupo
Francis ha 90 anni, sa che sta per morire, ma è felice della sua vita. Non ha molti rimpianti, se non verso le persone che tanto ha amato e che ha dovuto abbandonare troppo presto.
Francis ricorda e saluta i suoi affetti più cari: dal padre amato al fratello Pieter, così diverso da lui ma le cui scelte hanno inciso notevolmente la sua vita. Diversi: Pieter nell’aviazione britannica, Francis, il pacifista, rifugiato in una fattoria. Ma quell’era non permetteva molte scelte, non permetteva rifiuti, coinvolgeva chiunque, ogni idea, ogni diritto. E un giorno arrivò la tanto temuta telefonata: Pieter era morto. Non esiste pacifismo durante la guerra, non esiste amore quando si è sommersi dall’odio. E così la vita di Francis cambiò.
Dovevo cercare un modo per mettere da parte il pacifismo e unirmi ai combattimenti, unirmi alla lotta contro quelli che ti avevano ucciso.
Dall’Inghilterra, dove lascia moglie e figlio, i ricordi di Francis si spostano in Francia. La resistenza, la paura, la guerra: ricordi forti, macabri, indimenticabili. Voci indelebili nella memoria, in nome di una pace che tarda ad arrivare:
Spesso me ne sto qui sdraiato a chiedermi se alla fine ne è valsa la pena, Auguste: tutte quelle vite non vissute, tutto quel lutto. So cosa diresti perché ricordo di avertelo sentito dire. «Per vincere, per liberare la Francia, dobbiamo essere spietati quanto loro, e insieme più scaltri.» Ed eravamo anche scaltri. Eravamo sempre un passo avanti a loro.
I ricordi di Francis
Il lettore rimane affascinato dai lucidi ricordi di Francis, dai tanti vividi dettagli, come il trucco di morsicarsi il labbro per fingere di avere la tubercolosi e passare indenni i controlli. Ma è l’indifferenza verso la paura a lasciare il segno, sopravvissuti a una guerra che ha distrutto ogni sentimento:
Imparai a raggelare dentro di me, a diventare insensibile quando mi interrogavano e mi perquisivano. Usavo l’odio per scacciare la paura.
Un bellissimo libro, un tuffo nel passato. A tratti sembra di sentire la voce profonda e stanca di Francis mentre racconta, una vita, un racconto: la realtà.
I libri del Premio Andersen 2020
Su Libri e bambini presentiamo i testi vincitori del Premio Andersen 2020:
- Miglior libro 0/6 anni: Ole Könnecke, Desperado, traduzione di Chiara Belliti, Beisler.
- Miglior libro 6/9 anni: Emma Adbåge, La buca, traduzione di Samanta K. Milton Knowles, Camelozampa.
- Miglior libro 9/12 anni: Patricia MacLachlan, Le parole di mio padre, traduzione di Stefania Di Mella, HarperCollins.
- Miglior albo illustrato: Anthony Browne, Tutto cambia, Orecchio Acerbo.
Review Overview
Storia
Leggibilità
Illustrazioni
Prezzo
Una voce autentica
Una lettura coinvolgente per capire e conoscere con altri occhi la Seconda guerra mondiale, per non dimenticare e rispettare chi, come il protagonista, è sopravvissuto all’inferno.