Le parole di mio padre: Patricia MacLachlan racconta una storia struggente
Alcuni libri lasciano il segno. Vuoi per la storia, vuoi per le parole usate, sta di fatto che arrivano nel momento giusto e riescono a farti riflettere. Ti impongono di osservare il mondo con altri occhi. Le parole di mio padre, di Patricia MacLachlan (HarperCollins, traduzione di Stefania Di Mella) vincitore del Premio Andersen 2020 categoria miglior libro 9/12 anni, è uno di quei testi.
Le parole di mio padre
La storia è molto semplice. Inizialmente triste, ma in realtà colma di speranza e di comprensione, di amicizia e di amore.
Funziona proprio perché è semplice e non desidera cambiare il mondo, ma “solo” permettere al lettore di concentrarsi su pochi aspetti essenziali.
Declan O’ Brien è il papà di Fiona e Fin, è uno strizzacervelli, un uomo luminoso, ama cantare e la mattina cucina le uova lasciandole un po’ crude. Una famiglia felice: professionista lui, studiosa lei, due bambini svegli. Una famiglia come tante.
Ma un giorno Declan O’ Brien muore in un incidente d’auto.
Una volta, mentre io, Finn e mio padre giocavamo a basket davanti a casa, ho fatto l’imitazione di mia madre studiosa dell’infanzia.
«I bambini sono bambini» ho detto.
Mio padre non ha sorriso. Era serio, e io l’ho capito. Mi ha tolto la palla di mano.
«Dai bambini possiamo imparare più di quello che spesso impariamo dagli adulti. Sono aperti. Senza pregiudizi. E vostra madre lo sa».
La morte di un genitore
Le parole di mio padre non è certo il primo e non sarà l’ultimo libro che affronta un così difficile tema come la morte di un genitore, che descrive la disperazione, la rabbia, la solitudine che rischia di soffocare chi rimane, chi gli voleva bene.
Non è il primo, ma sicuramente è uno dei romanzi per ragazzi più belli che personalmente io abbia mai letto: perché non affronta la morte, ma i ricordi. E non lo fa in maniera sdolcinata, irreale, bensì presentando i difficili rapporti di una famiglia che innegabilmente si sente spezzata con una dolcezza semplice, accettando i ritmi di tutti, sottolineando l’importanza di una parola o di un evento, l’importanza dell’amicizia.
«Come fa una mamma a permettere che il figlio corra dietro a un pallone in mezzo alla strada?» ha chiesto Finn, alzando la voce.
«Come fa una mamma a permettere che questo accada a voi?» ha detto mia madre, facendo eco alle parole di Finn.
Ha guardato i nostri piatti.
«State mangiando le uova poco cotte di vostro padre» ha detto.
Ed è stato allora che ha cominciato a piangere.
Io e Finn l’abbiamo abbracciata e lei è come cresciuta, è diventata nostra madre che ci teneva stretti tutti e due tra le sue braccia e si faceva sempre più grande e più forte.
La centralità dell’amicizia
Sono proprio gli amici, o chi si rivela tale, ad aiutare Fiona e Fin ad affrontare questa difficile prova, a dar loro la forza di fare altro, di non arrendersi al dolore ma di abbracciare la vita e custodire gelosamente tutto ciò che il loro papà gli ha lasciato. Nessun segreto, nessun colpo di scena, se non la forza dell’amicizia, anche verso gli animali, e la consapevolezza che aiutare aiuta a sua volta.
Le parole di mio padre è un manuale di sopravvivenza per chi sta affrontando una situazione simile, ma anche semplicemente uno scorcio verso la realtà di tutti i giorni che a volte ci lascia senza parole, ci toglie ogni sostegno per poi restituircelo in forme inaspettate.
Scritto in maniera impeccabile Le parole di mio padre tocca il cuore del lettore. Ve lo consiglio dal profondo del cuore.
I libri del Premio Andersen 2020
Su Libri e bambini presentiamo i testi vincitori del Premio Andersen 2020:
- Miglior libro 0/6 anni: Ole Könnecke, Desperado, traduzione di Chiara Belliti, Beisler
- Miglior libro 6/9 anni: Emma Adbåge, La buca, traduzione di Samanta K. Milton Knowles, Camelozampa
Review Overview
Storia
Leggibilità
Prezzo
Struggente
Una storia struggente raccontata con una dolcezza oggi quasi introvabile, per ricordarci che siamo ciò che siamo anche grazie ai ricordi e alle parole.