Morris: Bart Moeyaert usa sapientemente le parole
Abbiamo bisogno di storie. Avventure capaci di farci sognare, conquistarci e guidarci verso i finali migliori possibili. Ne abbiamo bisogno per imparare e crescere. Tanto noi adulti e quanto i bambini e le bambine.
Morris di Bart Moeyaert con illustrazioni di Sebastiaan Van Doninck (traduzione di Laura Pignatti, Sinnos editrice, finalista Premio Andersen categoria Miglior libro 6/9 anni), è una bella storia. Leggendo questo particolare libro troviamo avventura, suspence, amicizia, natura… ingredienti fondamentali per realizzare racconti piacevoli da leggere. Ma soprattutto Morris riesce a raccontare senza svelare, non ha bisogno di descrivere scene tristi gli è sufficiente far percepire la tristezza, non ha bisogno di descrivere la solitudine riesce a farcela arrivare fino alle ossa. Con il solo uso delle parole.
Quindi, Morris è sapiente perché fa quello che ogni bel libro dovrebbe fare: ci fa sognare ad occhi aperti.
Chi è Morris e quale è la sua storia
Morris è un bambino, un bambino molto solo. Vive momentaneamente a casa della nonna in montagna. Vive con sua nonna ma solo per un po’, perché è meglio così. Perché sono successe cose tristi.
Il lettore non sa cosa è successo, ma percepisce il dolore del piccolo Morris, lo sente. Così come sente l’affetto della nonna e i dispetti di Houdini, il cane.
Quando la nonna di Morris indicava la montagna, non aveva bisogno di dire a Morris cosa bisognava fare. Lui, Morris, si era già messo gli scarponi. Perché Houdini era scappata un’altra volta.
Ed è proprio durante una di queste fughe che Morris scopre quanto sia pericolosa la montagna. Ma mentre lo seguiamo tra la neve, avvolti dalla paura di non trovare la via di casa, Morris ci racconta i propri sentimenti e paure, e scopriamo così altri personaggi come Randy Pek, una sorta di amico della nonna che ci stimola solo tanta antipatia, sempre a parole.
E camminando incontriamo un altro bambino, e un montone, e Houdini è scappato di nuovo. Abbiamo paura per Morris, per l’altro bambino, per Houdini…
Una corsa nella neve, tanto che quando arriviamo alla fine tiriamo il fiato pronti per una cioccolata calda con panna e per un grande caldo abbraccio.
I libri finalisti del Premio Andersen 2023
Su Libri e bambini presentiamo i testi finalisti del Premio Andersen 2023.
Miglior libro 0-6 anni
- Tancho di Luciano Lozano, traduzione di Diego Fiocco, L’ippocampo
- Tutti lo hanno visto! di Margaret Wise Brown, fotografie di Ylla, traduzione a cura della redazione, Orecchio Acerbo
Finalisti come miglior libro 6-9 anni
- Jole di Silvia Vecchini, illustrazioni di Arianna Vairo, Topipittori
Miglior libro 9-12 anni
- Sotto lo stesso tetto di Chris Raschka, traduzione di Francesco Piperno, Biancoenero
Finalisti come miglior libro oltre i 12 anni
- L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise di Dan Gemeinhart, traduzione di Aurelia Martelli, Giralangolo
Miglior libro di divulgazione
- Blu di Cristiana Valentini, Editoriale Scienza
- La mano di Magda N. Garguláková, illustrazioni di Vítězslav Mecner, traduzione di Federico Taibi, La Margherita
Finalisti miglior libro fatto ad arte
- Il bigliettino di Pilar Serrano Burgos, illustrazioni di Daniel Montero Galán, traduzione di Giulia Giorgini, Kalandraka
Miglior libro illustrato
- Il mondo è rosso di Britta Teckentrup, traduzione di Sante Bandirali, Uovonero
Finalisti miglior libro senza parole
- Avventura nel Regno di Porcellana di Katerina Illnerova, Carthusia
- Il cappello di Paolo Ventura, Topipittori