Alla scoperta del mondo degli albi illustrati
Continuiamo il nostro cammino di approfondimento su come scrivere libri illustrati per bambini. Dopo i consigli pratici di alcuni esperti del settore, oggi Giuliana Fanti delle Edizioni Corsare si sofferma in particolare sul mondo degli albi illustrati e ce ne spiega le peculiarità.
Dove si parla brevemente di Albi illustrati
In Italia negli ultimi venti anni la produzione di narrativa illustrata ha raggiunto sia numeri considerevoli, sia una qualità spesso altissima, grazie anche a diversi marchi editoriali indipendenti che hanno compiuto un grande lavoro di ricerca, di cura grafica e iconografica, contribuendo alla formazione di autori, illustratori e lettori.
Questo livello qualitativo è dimostrato anche dal fatto che da diversi anni i diritti degli albi illustrati di editori italiani vengono acquistati da editori di tutti i Paesi del mondo.
Gli albi illustrati – così come accade per i fumetti – si rivolgono a diverse fasce di pubblico e possono trattare gli argomenti più diversi accompagnati da immagini realizzate con stili e tecniche altrettanto varie.
Infatti, se in passato la narrativa illustrata si rivolgeva soprattutto ai bambini in età prescolare o della scuola primaria, oggi grazie a una nuova complessità e articolazione c’è un grande spazio per i libri con le immagini che si rivolgono anche a un pubblico di adolescenti e di adulti.
È molto importante per un bambino vedere fin dai primi anni di vita delle belle illustrazioni che andranno ad arricchire il suo immaginario e il suo bagaglio iconico con cui articolerà e rappresenterà i suoi mondi interiori e le sue emozioni. Altrettanto interessante per giovani e adulti avere tra le mani un bel libro di narrativa illustrata.
Libro illustrato, albo illustrato e libri senza parole
In Italia si parla di albo illustrato, libro di figure, libro con le figure, libro illustrato. A queste denominazioni se ne aggiungono altre in riferimento al materiale, alla struttura e alla fascia d’età di destinazione, ad esempio: cartonati, primi-libri, libri-gioco, libri animati.
È anche frequente la confusione del termine “albo illustrato” con quello di “album o albo” contenente immagini prestampate da colorare e completare.
In ambito anglosassone si possono individuare tre grandi categorie di tali libri in base alle differenti modalità di interazione tra testo-illustrazione: illustrated book, picturebook e wordless book.
- Illustrated book (libro illustrato). In esso il testo è già completo in sé e non ha bisogno della parte iconica per essere compreso (Nikolajeva 1997, 2006). In esso le immagini apportano però un importante contributo interpretativo al racconto.
- Picturebook (albo illustrato). È un libro che spesso, ma non necessariamente, ha un grande formato in esso giocano “alla pari” – nel raccontare una storia – tre elementi: il testo, le illustrazioni e la grafica. Il rapporto quantitativo tra testo e immagini varia di volta in volta: in alcuni albi il testo è costituito da poche frasi, mentre in altri può essere più consistente. Nell’albo illustrato testo e immagini instaurano un continuo gioco di rimandi e richiami, e non c’è prevalenza dell’uno sull’altro.
- Wordless book (senza parole). Si tratta di libri che raccontano una storia esclusivamente attraverso le immagini, la sola componente di testo è il titolo. Si noti che il testo è fondamentale anche nel wordless o silent book: infatti il testo, che poi sarà reso invisibile, è comunque la struttura portante dell’albo, perché senza esso non sarebbe possibile ritrovare il filo della narrazione.
Le caratteristiche degli albi illustratri
Come già detto l’albo illustrato non è una definizione che si riferisce a una fascia d’età precisa, può rivolgersi sia a un pubblico infantile che giovanile o adulto.
Dunque vediamo più da vicino i tre elementi di cui sopra.
Il testo
Nell’albo illustrato solitamente il testo non è molto lungo; capita ad esempio che si parta da un testo con molte descrizioni e che poi, in fase di progettazione, queste siano lasciate alla creatività dell’illustratore il quale ha ampia libertà di interpretazione del testo, ovviamente in accordo con l’autore. Quando invece il testo ha bisogno di uno spazio maggiore nella pagina, o addirittura quando si tratti di un romanzo accompagnato da grandi immagini, nello stile del fumetto, parliamo di Graphic novel. Anche in questo caso alle illustrazioni è lasciato il compito di narrare visivamente ambientazioni e situazioni.
Le illustrazioni
L’illustrazione editoriale ha avuto una grande evoluzione nel corso dei secoli. Lontana parente della pittura, essa si distingue proprio per la sua capacità di mettersi al servizio di una narrazione, del suo ritmo e delle sue suggestioni. L’illustrazione contemporanea – grazie anche allo sviluppo esponenziale dell’editoria illustrata negli ultimi decenni e alle contaminazioni che la circolazione globale dei libri ha sviluppato attraverso importanti occasioni di conoscenza e scambio come fiere, concorsi e mostre internazionali – ha avuto uno sviluppo inedito e ha assunto un posto rilevantissimo nell’editoria di tutti i Paesi.
La grafica
Negli albi illustrati lo spazio nella pagina dunque è diviso tra testo, immagini e grafica; questa comprende l’impaginazione, la scelta del carattere tipografico, le sue dimensioni, l’orientamento del testo nella pagina, l’equilibrio tra pieni e vuoti. Un carattere sbagliato o un’impaginazione poco curata possono danneggiare molto il prodotto finale. Come in tutti i prodotti editoriali poi, la copertina è un elemento fondamentale, perché deve essere capace di attirare l’attenzione, di sintetizzare il senso dell’albo, di incuriosire senza troppo svelare.
C’è da dire che la critica letteraria sui mezzi di comunicazione non specializzati non riserva grande spazio agli albi illustrati, siano essi per ragazzi o no.
Dalla sua parte l’albo ha però un grande vantaggio: quello di presentare a colpo d’occhio il suo contenuto iconico e testuale, catturando più facilmente il lettore attento.
Saggi per approfondire il mondo degli albi illustrati
Per chi volesse saperne di più consiglio qui due saggi di esperti italiani che trattano l’argomento.
Guardare le figure
Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l’infanzia di Antonio Faeti, Giulio Einaudi Editore (1972), riproposto in tempi più recenti da Donzelli editore
Recita la scheda dell’edizione Donzelli:
Il Collodi disegnato da Mazzanti e da Chiostri, il De Amicis illustrato da Ferraguti e da Sartorio, il Salgari di Vamba o di Zanetti; e ancora Yambo, Canevari, Pinochi, Tofano…Tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, gli illustratori italiani dei libri per bambini hanno fatto ben di più che aggiungere le «figure» ai testi che dovevano corredare. Hanno dato forma e colore al mondo del nostro immaginario. Hanno raccontato, con quella schietta determinazione che è indispensabile per conquistare i bambini, le nostre emozioni più profonde, le nostre sensazioni più vere: i dubbi e le paure, le gioie e le allegrie. Messe in fila una dopo l’altra, le illustrazioni di quei «figurinai» compongono, meglio forse di ogni altro materiale, i tratti del nostro carattere nazionale, i contorni della nostra formazione identitaria.
Antonio Faeti può a buon diritto essere definito l’insuperato scopritore di questo mondo. Quando, nel 1972, vide la luce la prima edizione del suo libro, nessuno aveva ancora avviato una riflessione del genere. E a ben vedere, a distanza di quarant’anni, pochi l’hanno saputa davvero proseguire. Questa edizione, che l’autore ha voluto corredare di una nuova, densissima introduzione, è l’occasione per riaprire il ragionamento, per rifare il punto. Nelle parole dell’autore questo libro non è «né una storia della letteratura per l’infanzia, né una storia delle illustrazioni dei libri per bambini», è molto di più. È uno straordinario viaggio nell’immaginario italiano, che prende a pretesto i libri per bambini, ma guarda ai sogni collettivi delle generazioni che ci hanno preceduto.
All’indomani dell’uscita della prima edizione, Italo Calvino, che ne aveva con forza patrocinato la pubblicazione presso Einaudi, scriveva a Faeti: «Ho letto Guardare le figure con grande passione. Nella definizione critica dei figurinai sei bravissimo. Hai quella dote critica, mai abbastanza lodata, di saper valorizzare i minori e i minimi – e la letteratura vive della minuta verità dei minori e dei minimi».
Antonio Faeti, nato a Bologna nel 1939, ha insegnato per alcuni anni nelle scuole elementari, prima di assumere la cattedra di Letteratura per l’infanzia all’Università di Bologna. Dopo l’uscita di Guardare le figure (1972) la sua fama si è estesa a livello internazionale. Da allora ha pubblicato una quarantina di libri, tra saggi e romanzi, ha scritto per le più prestigiose riviste di critica e ha diretto diverse collane editoriali per l’infanzia. Da anni presiede la giuria del «Bologna Ragazzi Award» alla Fiera internazionale del Libro per ragazzi di Bologna.
Ad occhi aperti
Il secondo saggio, più recente è Ad occhi aperti. Leggere l’albo illustrato, a cura degli esperti di Hamelin sempre di Donzelli editore, 2012.
Esplorare l’universo dell’albo illustrato: questo il proposito del volume firmato dal gruppo di esperti e studiosi di Hamelin. Lo scopo è fornire uno strumento critico, inesistente in Italia, capace di guidare la lettura dell’albo da parte di genitori, insegnanti, bibliotecari, e semplici amanti del racconto per immagini.
L’albo illustrato è un vero e proprio linguaggio, con le sue specifiche modalità di narrazione, non ancora analizzate a dovere, malgrado nel nostro tempo sia diventato cruciale saper leggere le immagini. Le importanti innovazioni del mercato editoriale italiano nell’ultimo decennio, e il dialogo sempre più stretto col panorama internazionale, hanno fatto emergere tutte le potenzialità espressive di questa forma di narrazione, che trova nella prima infanzia un destinatario privilegiato, ma che non si pone limiti in fatto di tematiche, sperimentazioni e pubblico di riferimento.
Attraverso un percorso che esplora le esperienze più significative dell’editoria per l’infanzia, in particolare dalla seconda metà del Novecento a oggi, il libro analizza dall’interno la fisionomia dell’albo illustrato: il formato, con le sue specifiche valenze narrative, il rapporto tra parole e immagini, il ritmo e il tempo della narrazione, e la formula dei libri senza parole. Un cammino disseminato di figure: le tavole dei più grandi maestri dell’illustrazione accompagnano le puntuali incursioni degli autori nel mondo poco esplorato di un’arte che spesso resta in ombra sugli scaffali delle librerie. Una sorta di vademecum, dunque, che conduce il lettore nel cuore stesso del lavoro editoriale.
Hamelin è un’associazione culturale di Bologna che da quindici anni lavora in tutta Italia nel campo della letteratura per ragazzi, della promozione della lettura, dell’illustrazione e del fumetto. Hamelin organizza percorsi di lettura e laboratori di fumetto per le scuole, conferenze e corsi di aggiornamento per insegnanti e bibliotecari, mostre, progetti didattici, workshop. Cura, inoltre, il progetto nazionale di promozione della lettura Xanadu, la rivista «Hamelin. Storie figure pedagogia» e Bilbolbul Festival internazionale di fumetto a Bologna.
Foto | dalla pagina Facebook delle Edizioni Corsare