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Senza una buona ragione: denso romanzo per adolescenti di Benedetta Bonfiglioli

Alcuni romanzi divertono, altri fanno riflettere, altri ancora insegnano. I romanzi per ragazzi spesso si collocano in queste due ultime categorie. Non che gli adolescenti non si vogliano divertire, anzi, ma probabilmente le loro emozioni sono talmente ingarbugliate che riuscire a conquistarli con una storia complessa per appassionarli alla lettura è forse più realistico, rispetto a una storia semplicemente divertente che invece viene spesso dedicata ai bambini e alle bambine. Non ci sono regole, ovviamente, né ricette sicure. Magari. Benedetta Bonfiglioli con Senza una buona ragione (Pelledoca editore, finalista Premio Andersen 2021 categoria miglior libro oltre i 15 anni), ci presenta un romanzo di riflessione per adolescenti denso, talmente denso che inizialmente non ero certa di apprezzarlo. Mi spiego.

Benedetta Bonfiglioli, Senza una buona ragione

L’autrice è impietosa e ci presenta una narrazione asciutta, molto sintetica, ma capace di appassionare il lettore che si ritrova coinvolto fin dalle prime pagine. Eppure, se da un lato le doti narrative appaiono fin da subito assolutamente indiscutibili, la storia è talmente dura da far vacillare anche un adulto. Non fraintendete: non ci sono splatter, morti, o orfani. No, l’autrice racconta la storia di ragazzi e ragazze feriti e adulti assenti. E probabilmente io adulta ho faticato a digerire l’accusa. Ma, da brava lettrice, spero, ho provato ad andare oltre le prime emozioni, ho provato a calarmi nei panni dei ragazzi, a vedere con i loro occhi, sentire le loro emozioni. Per questo motivo scrivevo di non essere certa di averlo apprezzato. Mi sono dovuta staccare dall’accusa per niente velata nei confronti di genitori totalmente assorti nella loro vita da non vedere, percepire, il dolore dei loro figli, e sono dovuta andare oltre, per capire e apprezzare a fondo questa storia.

Senza una buona ragione

Bianca è una normalissima ragazza delle superiori, i genitori gestiscono un bar, ma lei si è sempre arrangiata insieme al fratello Carlo, più grande, trasferitosi alla Sorbona da pochi mesi.

Una storia come tante: ragazzi che crescono e partono e ragazzi che restano. Tanta nostalgia, ma tutto sommato la vita va avanti.

Un giorno Carlo lascia la fidanzata, una compagna di classe di Bianca e da quel momento la vita di Bianca viene totalmente travolta da eventi davvero assurdi… Dalla prima persona alla terza, la narrazione porta il lettore a procedere convinto di sapere chi sia la responsabile dei guai di Bianca, ma non tutto è come sembra.

Una citazione di Senza una buona ragione

Un sabato, alla fine della terza ora, la prof di fisica la chiamò alla cattedra e le chiese come stava. Bianca disse abbastanza bene, lei le chiese di suo fratello, era stata sua insegnante nell’altra scuola, aveva di lui un buon ricordo, immaginava le mancasse molto.

Bianca annuì, Carlo le mancava.

Come aveva previsto, si erano allontanati, nonostante i messaggi, le foto, le telefonate. La sua assenza al tavolo di cucina era qualcosa di esistenziale, spazio vuoto, spirito altrove. Per sentirsi vicini bisogna essere vicini. Sapeva che era una banalità, ma prima d’allora non se n’era mai accorta, aveva sempre pensato che gli amori a distanza fossero romantici e che si potesse essere amici anche vedendosi una volta ogni tanto. Ora ne dubitava, dato che faticava a sentirsi sorella di Carlo dopo appena otto mesi di lontananza. Era un tarlo che rosicchiava le sue ore di solitudine spese sui libri, anche nel finesettimana, le mancavano Olivia e Chicco impegnati in accademia per le prove degli spettacoli, si trattava di avere pazienza ancora poche settimane. Non riusciva nemmeno a imma­ginare la sua vita senza i suoi amici.

Bullismo e dintorni

Chi conosce il bullismo sa benissimo che sono proprio le ripetute cattiverie a distruggere il coraggio e l’identità della vittima, la paura fomentata non da un solo episodio ma da un’escalation di eventi crudeli, incomprensibili. Ma l’autrice oltre a metterci di fronte all’evidenza (il dolore di chi subisce), in Senza buona ragione fa molto altro. Riesce a portarci anche dall’altra parte, a farci intravedere la sofferenza di chi provoca dolore, senza perdoni o eccessivi abbellimenti, solo la cruda realtà.

Se da un alto quindi siamo solidali con Bianca e la sua sofferenza e contemporaneamente fatichiamo a capire l’indifferenza totale degli adulti che la circondano, assolutamente incapaci di vedere e capire, dall’altro, sebbene non comprendiamo chi sia l’antagonista, grazie a una dote narrativa notevole, entriamo anche nel suo cuore, nella sua vita, e troviamo una tale aridità da lasciarci spiazzati.

Cambio di registro

Ma Senza buona ragione non è solo dolore. Nella seconda parte la storia cambia completamente registro, per dare fiducia, immagino, per permettere a Bianca e a noi lettori di trovare una nuova motivazione e coraggio per affrontare il futuro.

Cosa si prova nel non riconoscere il letto in cui ci si sveglia? Il corpo in cui si aprono gli occhi, la vita in cui ci tocca incamminarci ancora una volta?

Hai passato una notte faticosa, dentro e fuori sogni vorticosi in cui il senso di famigliarità di ogni situazio­ne incontrava un incomprensibile disagio, hai sentito la vergogna, la paura, l’angoscia, la solitudine più nera, hai sentito abbaiare Birillo, il suo muso tra le mani, la corda del guinzaglio stretta in pugno, e poi la sensazione di cadere, un tuffo al cuore, e la fronte sudata. Il fiato grosso. La salita, il rifugio, la notte, le stelle, la stanchezza profonda come un pozzo. E altrettanto fredda.

I libri finalisti del Premio Andersen 2021

Su Libri e bambini presentiamo i testi finalisti del Premio Andersen 2021.

Finalisti miglior libro 0-6 anni

Finalisti miglior libro 6-9-anni

Finalisti miglior libro 9-12 anni

Finalisti miglior libro oltre i 12 anni

Finalisti miglior libro oltre i 15 anni

Finalisti miglior libro di divulgazione

Finalisti miglior libro fatto ad arte

Finalisti miglior albo illustrato

Finalisti miglior libro senza parole

Finalisti miglior libri a fumetti

Review Overview

Storia
Leggibilità
Prezzo

Emozioni vere

Un romanzo duro, dalla parte degli adolescenti, delle loro emozioni. Non manca il mistero, ma le emozioni sono le vere protagoniste di questa storia.

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Anna Fogarolo

Anna Fogarolo è consulente per le attività di Ufficio Stampa, Content & Community Manager, Web Relation e Digital PR specialist. In passato ha svolto l'attività di fotogiornalista per le maggiori testate italiane e ha scritto contenuti per alcuni noti portali e network. Con le Edizioni Erickson ha pubblicato «Do you speak Facebook? Guida per genitori e insegnanti al linguaggio dei social network» e «Il web è nostro. Guida per ragazzi svegli», testo presentato alla seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi.

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